La vendemmia 2020, seppur falcidiata nelle quantità da gelate e grandine, si prospetta di ottima qualità. Secondo le prime rilevazioni in vigna compiute dai tecnici di Coldiretti Ravenna, la produzione, in un contesto nazionale caratterizzato da volumi in calo, si preannuncia pressoché stabile rispetto alle rese medie degli ultimi anni, ma lontana da quelle di annate storiche, con riduzioni attese in particolare nelle varie zone colpite dalle recenti bufere di vento e grandinate.

“Per le cantine del territorio – afferma Assuero Zampini, Direttore di Coldiretti Ravenna – la nuova annata si apre con una certezza, le rimanenze praticamente azzerate. Ciò – prosegue – grazie all’apprezzamento dimostrato durante tutto l’anno dai consumatori, che hanno dimostrato di gradire i vini locali da tavola prodotti in provincia, e anche grazie alla crescita dei consumi ‘casalinghi’ registrata durante il lockdown”.

Secondo Coldiretti il trend di vendita è attualmente costante, ma all’orizzonte potrebbe profilarsi una problematicità legata proprio alla produzione 2020, “non tanto per i consumi, dato che un calo fisiologico non è da escludersi, bensì – precisa Zampini – per possibili speculazioni sui prezzi causati da immissioni di vino prodotto da altri territori”.

Se la chiusura del circuito ho.re.ca. e delle enoteche innescata dal lockdown legato all’emergenza sanitaria non ha inciso particolarmente sul mercato dei vini da tavola, questo anche grazie alla compensazione garantita dagli aumentati volumi realizzati nel circuito della Gdo, ad accusare maggiormente il colpo, registrando danni economici ingenti, sono stati invece purtroppo i produttori di vini DOC E DOCG, che principalmente hanno in ho.re.ca ed enoteche i principali canali distributivi.

“Alla luce di questo scenario – spiega Nicola Dalmonte, Presidente di Coldiretti Ravenna – sarà pertanto importante vigilare, e Coldiretti lo farà con costanza, per evitare che sulla nostra produzione si attivino speculazioni al ribasso del valore delle uve, fenomeno inaccettabile dopo le calamità subite dalle imprese agricole. Il vigneto, infatti – conclude il Presidente Dalmonte – in uno scenario generale catastrofico per gli effetti del gelo, è stato il meno colpito e pertanto la produzione di uva rappresenta per moltissime aziende agricole l’unica possibile entrata economica certa (per la parte frutticola i produttori pur continuando a sostenere costi di gestione vedranno i primi incassi solo con la produzione del prossimo anno, quindi nel dicembre 2021) e non è neppure immaginabile che essa possa essere minata da speculazioni e giochetti al ribasso”.