(Immagine di repertorio)

Prosegue il percorso dei piani Peba e Pau adottati in Bassa Romagna, dopo la presentazione pubblica che si è tenuta il 7 marzo alle Cappuccine di Bagnacavallo. I cittadini infatti hanno tempo fino al 21 aprile 2024 per presentare osservazioni(gli elaborati che compongono i piani adottati sono disponibili al link www.labassaromagna.it/Documenti-e-dati/Documenti-tecnici-di-supporto/PEBA-Piano-Eliminazione-Barriere-Architettoniche).

I Comuni di Alfonsine, Bagnacavallo, Bagnara di Romagna, Cotignola, Conselice, Fusignano, Massa Lombarda e Sant’Agata sul Santerno a febbraio 2024 hanno adottato il primo stralcio del Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche (Peba) e del Piano di accessibilità urbana (Pau). Ad oggi, l’unico Comunedella Bassa Romagna già in possesso di questi strumenti era infatti il Comune di Lugo.

Peba e Pau sono due strumenti integrati per il perseguimento dello stesso fine, ovvero la pianificazione, la progettazione e il monitoraggio degli interventi finalizzati al raggiungimento dell’accessibilità e usabilità degli edifici pubblici (i Peba) e dei luoghi urbani (i Pau) da parte di tutti, senza distinzione di genere, età, stato di salute, cultura, etnia o altro.

«Il concetto di persona con disabilità, legato allo stereotipo della persona sulla sedia a rotelle, è notevolmente mutato nel tempo e comprende chiunque, in maniera permanente o temporanea, si trovi ad avere delle difficoltà o delle esigenze particolari nei movimenti o nelle percezioni sensoriali –sottolineano i sindaci referenti Paola Pula e Nicola Pasi -; si pensi banalmente a persone con passeggino o individui convalescenti, nonché le persone con difficoltà cognitive e psicologiche. Così come è evoluto il concetto di accessibilità, inteso oggi come inclusione e benessere ambientale che riguarda tutti coloro che abitano la città. Oltre che un necessario adeguamento normativo, dotarsi di questi piani rappresenta un messaggio di civiltà verso tutti coloro che abitano il nostro territorio».

«I Comuni stanno lavorando sull’abbattimento delle barriere architettoniche dai primi giorni in cui nel 1989 è uscita la Legge 13, adeguando i propri immobili a partire da quelli più frequentati – proseguono i sindaci -. In questi trent’anni si è data priorità ad attuare interventi, ora avviamo una ricognizione di quanto effettuato fin qui, per valutare cosa ancora resta da fare. L’esperienza e il dialogo con le associazioni che sul territorio da anni si battono per affermare un’effettiva consapevolezza della materia ci insegnano che un adeguamento corretto dal punto di vista formale non sempre lo è anche dal punto di vista pratico. L’ambizione di oggi supera gli obiettivi posti negli auspici dei Peba ipotizzati nei primi anni Novanta e punta a una completa integrazione delle opportunità».