«Nel 2023 sono morte nel Mediterraneo oltre 3.000 persone, un numero più alto del 60 per cento rispetto al 2022. I migranti a bordo delle navi vivono situazioni tragiche tra fame, sete, ustioni e rischio di infezioni.
Nonostante questo il governo continua ad assegnare la nostra città alle navi come porto di sbarco, cosa che allunga il viaggio di parecchi giorni alimentando sofferenze e disagi. E Ravenna, con la sua tradizione di accoglienza e solidarietà le riceve, si fa carico della disumanità cercando di fare del proprio meglio per queste vite distrutte, con una rete di organizzazione consolidata ed efficiente.
Oggi sono arrivati 70 uomini e 1 donna, tra loro 3 i minori e cercheremo di gestire le operazioni assicurando assistenza e ospitalità.
È ovvio, però, domandarsi perché le imbarcazioni debbano viaggiare fino a Ravenna, visto che tanti giorni di navigazione sono deleteri per coloro che sono a bordo e già si trovano in condizioni disperate. Mi chiedo se l’esecutivo si ricorda della nostra città solo per queste occasioni. Perché è ormai evidente come il governo, da una parte penalizzi il porto di Ravenna sulle politiche economiche e logistiche, ma dall’altra dirotti sul porto di Ravenna l’ennesima nave, per la nona volta da dicembre del 2022. Perché mettere a serio rischio la vita di così tante persone? Una domanda fatta più volte e a cui non è mai stata data risposta.
In questi giorni leggo dichiarazioni dei candidati sindaci e dei parlamentari dei partiti di destra che propongono di cambiare e liberare dal malgoverno i comuni che vanno al voto. Gli stessi esponenti che pochi mesi fa annunciavano nuove politiche sull’immigrazione che finora hanno portato solo più sbarchi, con arrivi più lontani, oltre a un accordo con l’Albania che ci farà spendere più di 20.000 euro a migrante senza risolvere nessun problema, anzi creandone di nuovi. Un cambiamento sì in questo caso, ma in peggio.
A queste domande la destra ravennate dovrebbe rispondere.»