Presso il Museo Nazionale di Ravenna, si svolse, il 5 dicembre scorso, nell’ambito del programma: “1918/2018 – Guardare alla Guerra pensando alla pace”, un incontro con Emanuela Fiori, direttore del Museo, sul tema: “Celebrare la grande guerra: Carlo Donati e il ciclo pittorico nella Cappella della Pace in Sant’Apollinare Nuovo”.

Questo ciclo ornava la prima cappella della Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, dedicata alla Vittoria e alla Pace in omaggio ai caduti della prima guerra mondiale. Si tratta di un’opera di altissima qualità, composta da dodici grandi tavole dipinte ad olio, originariamente poste sulle pareti, quasi a formare un grande polittico, e dalla decorazione del soffitto. La cappella, costruita quando la Basilica fu restaurata, dopo il danneggiamento aereo subito nel febbraio 1916, è stata finanziata grazie al contributo di importanti autorità e personalità civili e religiose dell’epoca. Costituisce una pregevole esperienza artistica unitaria, interamente dovuta a Carlo Donati, che ne ha realizzato sia la parte pittorica, che il disegno dello spazio architettonico e degli arredi sacri. Nella parete a sinistra, trova spazio il pannello intitolato “Nel dolore la fiamma della carità”, che celebra un soldato italiano posto a figura intera al centro della tavola, sostenuto da due crocerossine che gli asciugano le ferite con la bandiera italiana. La terza dama della Croce Rossa, che sostiene in ginocchio alcune bende, raffigura la duchessa Elena d’Aosta, che resse la Croce Rossa Italiana dal 1911 al 1921.

Questo piccolo pregevole ambiente rappresenta un capitolo ingiustamente poco noto della storia dell’arte italiana. Si vorrebbe che non fosse trascurato anche dalla città che lo possiede, bensì riconosciuto e valorizzato come merita. Risale infatti al 13 ottobre 2011 la firma di un accordo tra la Curia e la Fondazione Museo del Risorgimento di Ravenna (di cui il Comune esprime il presidente e la maggioranza consiliare) per il restauro della Cappella, da lungo tempo occlusa all’accesso. Nel comunicato stampa emesso era scritto: “Al termine dei lavori di recupero, che inizieranno quest’anno per concludersi a metà 2012, verrà restituito alla città un simbolo unico”.

Avvicinandosi il centenario della consacrazione della cappella, avvenuta il 30 novembre 1918, senza che nulla al riguardo si sia neppure saputo, interrogo il sindaco per chiedergli cosa l’amministrazione comunale abbia fatto a tutt’oggi e come intenda procedere ora, affinché la Cappella della Vittoria e della Pace torni a rifulgere agli occhi dei visitatori entro la ricorrenza del centenario dalla sua consacrazione.