“A Ravenna sono quasi 30mila le abitazioni lasciate vuote. Da un’elaborazione di quanto riferito dalla stampa, infatti, risultano in 29.067 ad essere inutilizzate. Né locate né date in comodato o altrimenti abitate. È quanto si ricava dai dati forniti dall’Agenzia delle Entrate che ha consentito al Sole 24Ore di accertare il tasso di inutilizzo delle abitazioni accatastate. Per il Comune di Ravenna la percentuale di abitazioni in questa condizione è vicina al 30% (28,4%).

In una graduatoria composta da 94 capoluoghi di provincia Ravenna è quasi in fondo: 85esima. Per un confronto, a livello regionale, la percentuale di inutilizzo in comuni come Reggio Emilia e Bologna (rispettivamente al 3° e al 4° posto) è attorno al 10%. Rimini, che pure è solo al 40simo posto, resta comunque ampiamente sotto il 20% di inutilizzo.

E se qualcuno pensa dipenda dalla dimensione del comune, sappia che a Ravenna la maggior parte della cementificazione priva di utilità si trova concentrata tra la città capoluogo e i suoi dintorni. Così acquista spessore quel record di consumo di suolo che l’ISPRA annualmente assegna a Ravenna. E si capisce bene come de Pascale sia corso a negare quanto tutti gli esperti hanno immediatamente evidenziato: l’impermeabilizzazione del suolo cementificato è stato un fondamentale fattore nell’amplificare le conseguenze delle alluvioni di maggio! È corso a negare in quanto si susseguono gli annunci di nuovi via libera della sua Giunta a nuove lottizzazioni, rendendo evidente anche a chi non voleva vederli i buchi appositamente lasciati nella normativa regionale. Quella vantata da Bonaccini perché bloccherebbe il consumo di suolo…

Si approssima la fine dell’estate e si avvicina il periodo in cui, ogni anno, si concentrano gli eventi climatici che ci si ostina a definire eccezionali. Ci auguriamo sentitamente di non rivivere niente di neanche lontanamente paragonabile a quanto accaduto nel maggio scorso. Tuttavia all’auspicio non corrisponde quanto viene previsto: un intensificarsi di anno in anno di accadimenti di tipo estremo.

Ravenna in Comune ritiene inaccettabile la prosecuzione delle politiche di via libera alla cementificazione adottate dalle Giunte che continuano ad amministrare Ravenna e, in particolare, da questa e da quella precedente entrambe a guida de Pascale. È vergognoso nascondersi dietro a nutrie e istrici per non ammettere che, in pianura, tra le primissime azioni da compiere per sopravvivere ai cambiamenti climatici in atto, si trova lo stop alla impermeabilizzazione.

Ravenna in Comune torna a chiedere al Comune di Ravenna di sospendere, meglio ancora bloccare, il rilascio di nuove autorizzazioni che implichino un incremento del consumo di suolo. Invita a prendere in considerazione con immediatezza l’esigenza di non dare per scontato che a ogni demolizione di superfici già edificate debba corrispondere altra cementificazione. Sollecitiamo di valutare caso per caso l’opzione della non ricostruzione e della ridislocazione degli abitati travolti dalle alluvioni di maggio. Proponiamo di contemplare l’annullamento in autotutela di autorizzazioni già rilasciate in relazione a costruzioni da realizzarsi in aree dove è grave il rischio di sommersione negli eventi alluvionali. È urgente l’introduzione di misure che disincentivino l’inutilizzo del costruito e ne agevolino l’immissione nel mercato degli affitti calmierati. Chiediamo a chi è stato/a eletto/a su una piattaforma che prevedeva la rinuncia a nuove costruzioni di opporsi in maniera esplicita ad ogni ulteriore lottizzazione e ad uscire dalla maggioranza che le propone qualora ne sia parte.

Si tratta di questioni di estrema urgenza. La sollecitazione di Ravenna in Comune è che le nostre richieste siano fatte oggetto della prossima riunione del Consiglio Comunale nella convocazione stabilita per il 12 settembre”.

 

Ravenna in Comune