Associazione culturale  “Tessere del ’900” e Ordine degli Architetti di Ravenna, per il Ciclo “Architettura e Potere” a cura di Alberto Giorgio Cassani, organizza la conferenza di Alessandro De Magistris (Politecnico di Milano) “L’architettura dell’era staliniana. Semplificazioni totalitarie e complessità sovietiche“.
L’evento si svolgerà sabato, 30 aprile 2022, ore 17:30-19:30 nel Salone dei Mosaici, Casa del Mutilato a Ravenna, via IX Febbraio 1.
Presiedono Piero Casavecchia, Presidente dell’Associazione e Stefania Altieri, Responsabile Formazione dell’Ordine, introduce Alberto Giorgio Cassani, docente all’Accademia di Belle Arti di Venezia e componente del comitato scientifico  dell’Associazione.

L’architettura dell’età staliniana è in genere associata all’immagine monumentale e trionfale consegnata alla storia dal progetto del Palazzo dei Soviet: l’edificio simbolo, mai portato a termine, del regime sovietico, che fu esito di uno dei più importanti concorsi del Ventesimo secolo. L’architettura sovietica del lungo periodo della dittatura di Stalin tra la soglia degli anni Trenta e la prima metà degli anni Cinquanta, ascritta per lo più all’orizzonte del realismo socialista, presenta in realtà caratteri estremamente sfaccettati che mettono in discussione letture semplificate del rapporto tra potere, ideologia e cultura progettuale, trovando spiegazione nelle complesse condizioni storiche, sociali e culturali che caratterizzano la storia dell’URSS tra avvio dell’industrializzazione forzata, guerra e ricostruzione post-bellica. Muovendo dagli sviluppi della ricerca storiografica, notevolmente arricchitasi nelle ultime decadi anche grazie all’apertura degli archivi, la conferenza indaga alcuni snodi ed episodi progettuali salienti di una vicenda della quale furono partecipi figure di progettisti di altissima levatura, come quelle di Moisej Ginzburg, Ivan Leonidov, Konstantin Mel’nikov, Boris Iofan, Ivan Zholtovskij. È una vicenda che nel suo svolgersi comprende le tarde espressioni dell’avanguardia, gli esiti tutt’altro che lineari della svolta culturale e la radicale riorganizzazione delle forme della vita professionale impresse dal regime agli inizi degli anni Trenta e, attraversando il periodo bellico e la ricostruzione, porta alla svolta rivoluzionaria impressa da Nikita Khrushchev, le cui premesse erano già contenute nella tarda fase del regime di Stalin.

Alessandro De Magistris, architetto, è professore ordinario presso il Politecnico di Milano dove tiene corsi di storia dell’architettura e storia urbana e del territorio. È membro del collegio scientifico del dottorato di ricerca di Architettura e Storia presso il Politecnico di Torino. I suoi lavori e i suoi interessi vertono su diversi aspetti della storia della cultura progettuale contemporanea tra diciannovesimo, ventesimo e ventunesimo secolo e sulle trasformazioni della città in età contemporanea. Autore di saggi e articoli editi in Italia e all’estero (tra l’altro sulle riviste «Casabella», «Area», «Abitare», «Urbanistica», «JSAH», «Bauwelt», «Cahiers du Monde russe et soviétique», «Quaderni Storici»), ha curato e contribuito a diverse mostre in Italia e all’estero tra cui “URSS anni 30-50. Paesaggi dell’utopia staliniana” (1997). Tra i suoi scritti: La Città di transizione (1988), La costruzione della città totalitaria (1995) Paesaggi dell’utopia staliniana. URSS anni ’30-’50 (1997), La costruzione della città totalitaria (1995), La casa cilindrica di Konstantin Mel’nikov 1927-1929 (1998), High-Rise. Percorsi nella storia dell’architettura e dell’urbanistica del XIX e XX secolo attraverso la dimensione verticale (2004). Tra gli autori del volume La concezione strutturale. Ingegneria e architettura in Italia negli anni cinquanta e sessanta è curatore di volumi sull’opera di Jakov Černikov (Parigi, Stoccarda, Torino 1995), Ivan Leonidov 1902-1959 (2009). Ha pubblicato con Aurora Scotti, il libro Utopiae Finis? Percorsi tra utopismi e progetto (2018) e ha recentemente contribuito al volume Boris Iofan, Architect behind the Palace of the Soviets (2019).