“Alla luce delle notizie emerse nelle ultime ore, riteniamo doveroso esprimere una posizione chiara e netta in merito alla vicenda che coinvolge il sindaco di Cervia, Mattia Missiroli, attualmente indagato per i reati di maltrattamenti e lesioni nei confronti della moglie, in seguito all’attivazione del Codice Rosso avvenuta il 5 dicembre scorso. Secondo quanto riportato, la donna si era rivolta al pronto soccorso per ricevere cure mediche, dove le sono stati refertati sette giorni di prognosi. Sulla stampa sono inoltre emerse notizie relative a precedenti richieste di aiuto da parte della stessa negli anni passati. Pur nel pieno rispetto del principio di presunzione di innocenza e del diritto di Mattia Missiroli di difendersi nel procedimento giudiziario in corso — nel quale avrà modo di far valere la propria dichiarazione di estraneità ai fatti — riteniamo che, in considerazione di un’accusa di violenza familiare, sia comunque opportuno, a prescindere dall’iter giudiziario, un passo indietro da parte del sindaco. Un primo cittadino rappresenta infatti un’intera comunità. “.

È questa la nota congiunta, inviata agli organi di stampa, da parte dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna. È sottoscritta da 15 centri, tra cui Sos Donna Faenza, Demetra Donne in aiuto di Lugo e Linea Rosa di Ravenna.

I centri non risparmiano critiche al presidente della Regione: “Ci preoccupano le dichiarazioni del Presidente della Regione, Michele De Pascale, che ha definito la vicenda “molto dolorosa”, parlando di “riflessioni di carattere penale e giuridico che si intrecciano” per poi concludere che “è necessario tenere distinti i piani” e che l’aspetto penale e quello politico “non hanno la stessa dinamica”. Al presidente della Regione chiediamo di uscire dall’ambiguità e chiediamo chiarezza e coerenza, proprio in considerazione del fatto che in più occasioni ha dichiarato di voler mettere al centro della propria agenda politica il contrasto alla violenza maschile contro le donne. La violenza contro le donne è un fenomeno trasversale che riguarda tutti i ceti sociali e, quando le accuse coinvolgono il primo cittadino di un Comune, non si può perdere di vista la centralità della testimonianza delle vittime che devono essere sostenute senza se e senza ma, anche quando gli uomini accusati di violenza ricoprono ruoli politici di rilievo”.