L’Ente Nazionale Protezione Animali continua la propria battaglia contro il piano di controllo del colombaccio, che prevede lo sterminio di 11.000 esemplari ogni anno. Un numero che andrebbe addirittura triplicato, nonostante l’abbattimento sia previsto nel pieno della stagione riproduttiva, causando la morte dei genitori e la conseguente morte per fame dei piccoli.

“A fronte di un danno stimato in poco più di 30.000 euro, i vertici della Regione hanno approvato un piano aberrante, al quale si è opposta persino una parte consistente del mondo venatorio. Per questo abbiamo presentato una denuncia per chiedere che si proceda penalmente contro chiunque sia ritenuto responsabile dell’uccisione degli animali, sia in modo diretto che indiretto.

Il piano verrebbe attuato proprio nel periodo di nidificazione, protetto dalle direttive europee e dalla legge nazionale 157/1992. L’intervento causerebbe poi un forte disturbo biologico a tutte le specie, condannando i piccoli alla morte per l’ abbandono dei siti di nidificazione.

È fondamentale ricordare che la morte dei pulli — quindi ancora dipendenti — causata dall’uccisione dei genitori configura un reato di maltrattamento, ai sensi dell’art. 544-bis del Codice Penale. Chiunque ne sia causa ne risponderà.

Invece di adottare sistemi di prevenzione del danno, la Regione ha scelto un piano antiscientifico, pericoloso, dannoso per la biodiversità e in contrasto con la legge e con l’etica, tanto da suscitare opposizione anche tra i cacciatori. È proprio a loro, e a chiunque sia incaricato di attuare questo massacro, che ci appelliamo: non partecipate a questa strage inutile. Gli agricoltori devono essere aiutati con misure reali, non con provvedimenti crudeli e inefficaci che colpiscono una specie già cacciabile in stagione venatoria.