Uno striscione davanti alla scuola Carchidio-Strocchi da parte del Popolo della Famiglia. Il partito, fondato da Mario Adinolfi, protesta contro l’educazione affettiva a scuola, un’introduzione voluta per educare, fin da giovanissimi, al rapporto all’affettività, all’altro sesso, agli orientamenti sessuali. Una scelta per ridurre la discriminazione sessuale e contrastare violenza e stereotipi di genere. Una scelta che però non piace al Popolo della Famiglia:

“Lo slogan che abbiamo espresso nel nostro striscione rappresenta in modo chiaro e sintetico la nostra opposizione ad una recente misura approvata inspiegabilmente dal Governo Meloni” spiega Alessandro Vitali, dirigente comunale de Il Popolo della Famiglia a Faenza. “Con un finanziamento di circa 500 Mila euro è stato infatti approvato un emendamento del Deputato Magi di Più Europa, per corsi di educazione affettiva e sessuale nelle scuole.  Un fatto inaccettabile, aggravato dal fatto che a promuoverlo sia stato un governo di centro-destra, che sulla carta dovrebbe opporsi a determinati tipi di percorsi.
L’educazione affettiva così come promossa dal circuito main stream è un serio problema per la libertà educativa dei ragazzi e delle rispettive famiglie” tuona Vitali.

“In Emilia Romagna ricordiamo essere da tempo in vigore, dal 2013, il progetto “W l’Amore”; leggendo le locandine è chiara la connotazione e l’intento di questi percorsi, ovvero quello di minare la libertà educativa dei ragazzi e di introdurre come normalità il pensiero unico dominante.
Tempo fa un articolo di stampa definí grottesco un nostro flashmob contro l’aborto: siamo orgogliosi di essere nuovamente “grotteschi” con questa azione. Come Popolo della Famiglia ribadiamo con vigore la nostra opposizione alla educazione affettiva nelle scuole, ricordando come anche la carriera alias, promossa in alcuni istituti di Faenza, sia un serio problema e non una soluzione.
L’educazione delle giovani generazioni non deve essere deviata da questo genere di ingerenze.”