Nel mondo del vino, la competenza non è un accessorio: è una condizione essenziale per crescere, innovare e restare competitivi. Se un tempo il sapere si trasmetteva quasi esclusivamente con l’esperienza sul campo, oggi il settore vitivinicolo richiede figure sempre più specializzate, aggiornate e capaci di dialogare con ambiti molto diversi tra loro: dalla produzione alla logistica, dal marketing all’export, passando per la gestione del personale, la sostenibilità e la trasformazione digitale. In questo scenario, il team di WineMeridian, magazine di riferimento per il mondo del vino italiano, ha posto l’accento sull’importanza crescente della formazione come leva strategica per lo sviluppo delle imprese vitivinicole.
Il cambiamento in corso è profondo e trasversale. Il comparto del vino non è più solo agricoltura: è anche comunicazione, internazionalizzazione, analisi dei mercati, tecnologia. Questo significa che le aziende che desiderano crescere devono necessariamente investire nel capitale umano. Non si tratta solo di formare enologi o cantinieri, ma di costruire squadre multidisciplinari in grado di affrontare le sfide contemporanee con competenze mirate. E questo vale sia per le grandi realtà strutturate sia per le piccole aziende familiari che cercano una propria collocazione in un mercato sempre più affollato.
La formazione, oggi, assume forme molto diverse rispetto al passato. Non si limita a corsi in aula o percorsi universitari, ma si sviluppa attraverso workshop, tirocini, aggiornamenti tecnici, esperienze all’estero, formazione on the job. Anche la capacità di scegliere quali percorsi seguire è diventata una competenza in sé: capire quali strumenti servono, in quale fase aziendale, per quale obiettivo specifico, è un passaggio cruciale per non disperdere risorse e ottenere risultati concreti.
Un altro aspetto fondamentale riguarda la velocità del cambiamento. Le dinamiche di mercato, le normative internazionali, le richieste dei consumatori si evolvono in tempi sempre più brevi. Di conseguenza, anche la preparazione del personale deve essere flessibile, aggiornata, dinamica. Chi lavora nel vino deve saper leggere i segnali, interpretare i dati, comunicare con linguaggi diversi, adattarsi a contesti nuovi. E tutto questo richiede una solida base formativa, ma anche la disponibilità a imparare in modo continuo.
Secondo Winemeridian, uno dei punti deboli ancora presenti nel settore è la frammentazione delle competenze. Troppo spesso le aziende sono costrette ad affidarsi a figure esterne perché non riescono a sviluppare internamente i ruoli chiave. Questo vale soprattutto per aree come la comunicazione digitale, il branding, l’organizzazione dei flussi logistici o l’approccio ai mercati internazionali. In questi casi, la formazione mirata può fare la differenza: non solo per colmare lacune, ma per costruire un’identità aziendale coerente e autonoma nel tempo.
Un altro elemento da considerare è il ricambio generazionale. Molte imprese del vino stanno vivendo il passaggio di consegne tra le generazioni. Questo momento, delicato ma ricco di potenzialità, può diventare un’opportunità per rafforzare la struttura interna dell’azienda, valorizzando le competenze già presenti e integrandole con quelle necessarie per affrontare nuove sfide. La formazione, in questo senso, diventa uno strumento di visione: permette di progettare il futuro, di scegliere consapevolmente una direzione, di costruire una cultura aziendale più solida.
La crescente attenzione alla sostenibilità è un altro fattore che spinge verso la formazione. I nuovi standard ambientali, le certificazioni, le pratiche di viticoltura responsabile richiedono non solo un cambiamento tecnico, ma anche un approccio culturale diverso. E questo passa, inevitabilmente, dalla conoscenza. Sapere perché si adottano certe pratiche, capire come comunicarle, integrarle nella narrazione aziendale e usarle come leva di mercato: sono tutte competenze che vanno costruite.
In un settore che si basa sulla qualità, sulla reputazione e sulla capacità di raccontare sé stesso, la formazione diventa quindi un investimento strategico. Non un costo, ma una risorsa da attivare per crescere in modo strutturato. Le imprese che riescono a farlo con continuità sono anche quelle che dimostrano maggiore resilienza, più visione e migliori risultati nel medio-lungo termine.
Per questo motivo, secondo gli esperti di Winemeridian, parlare di formazione nel vino oggi significa parlare di futuro. Non solo del futuro dei singoli professionisti, ma di quello dell’intero settore. Un settore che ha bisogno di figure preparate, curiose, multidisciplinari. Che abbiano rispetto per la tradizione, ma anche il coraggio di innovare.
























































