“Pialassa Baiona, preparco del Parco Regionale del Delta del Po dell’Emilia Romagna ci sarà un futuro ?”
Se lo chiede l’associazione Slow Food di Ravenna che punta ad evidenziarne i problemi più immediati, avanzando anche alcune possibili soluzioni.
“In base alla legge del 20/11/2017 n. 168 (Norme in materia di domini collettivi) la Pialassa Baiona è un dominio collettivo, riservato ai cittadini di Ravenna e Porto Corsini. Ciò deriva dalla sentenza del Commissario per la Liquidazione degli Usi civici per l’Emila Romagna e le Marche del 22 marzo 1996. La sentenza non è mai stata appellata ed è quindi passata in giudicato. Per l’effetto, la Pialassa Baiona ricade nel disposto dell’art.3, primo comma, lettera d) ed è quindi un’area di demanio civico dei residenti di Ravenna e Porto Corsini, che deve essere gestito dal Comune di Ravenna in amministrazione separata (art. 2, comma 4, della stessa legge)” riassume Mauro Zanarini di Slow Food. “L’altra ipotesi è che venga costituita, ai sensi della l. n. 278/57, una ASBUC (Amministrazione separata dei beni di uso civico). L’amministrazione separata comporta l’obbligo per il Comune di impiegare ogni introito proveniente dall’uso della Baiona nella tutela ambientale della Baiona stessa e nella sorveglianza, per impedire che le risorse della Pialassa vengano percepite da soggetti estranei alla comunità titolare”.
I problemi: “Attualmente la Baiona è oggetto di continui atti di vandalismo, con furti quasi quotidiani di barche e motori, ceste e vongole. Incursioni diurne e notturne a macchia di leopardo, spostamenti veloci e pesca con idrorasche che devastano i fondali e portano via tutto il novellame. Occorre considerare che in un paio d’ore questa pratica devastante porta a un guadagno abusivo di circa €. 4.000.
Il novellame, grande quanto un chicco di riso, la cui pesca è vietata in tutta l’Unione Europea, viene pagato sul mercato clandestino fino a 17 euro al chilo. È una situazione drammatica, in cui i pescatori in regola non vanno quasi più a pescare perché tutti i giorni possono subire atti vandalici importanti, e la Baiona viene lasciata in una situazione di assoluta illegalità, che sfocia quotidianamente in comportamenti pericolosi, che solo per caso non hanno finora prodotto fatti drammatici”.
“La legge sui domini collettivi è, innanzitutto, una legge di tutela ambientale, che salvaguardia l’uso sostenibile del territorio secondo la sua specifica consuetudine.” continua Zanarini “Queste non sono vuote parole. Consideriamo che, attualmente, le vongole sono scomparse nella zona di produzione dell’Emilia Romagna e del Veneto (Sacca di Goro, Sacca di Scardovari, Chioggia e Comacchio) a causa delle idrorasche che devastano i fondali. La situazione peggiore si trova a Scardovari, dove operano circa 1.500 pescatori con più di 1.000 idrorasche, che ogni giorno raschiano i fondali.
È così che per ogni ettaro di laguna va seminato novellame per un valore di €. 300.000, con seme che però viene importato da Portogallo, Francia o Stati Uniti d’America. Se si continuerà a lasciare indisturbato il bracconaggio, anche nella Pialassa Baiona occorrerà introdurre delle specie alloctone, con grave danno per l’ambiente. L’unica soluzione è applicare la legge, che proibisce l’uso e lo sfruttamento della Baiona da chi non è residente nelle comunità proprietarie e impone, anche a questi, l’uso sostenibile della risorsa. Ma questa risorsa va tutelata con i proventi che genera, cosa che finora non è accaduto. Ci sono rive e argini da rifare. Occorre riparare l’accesso dalla strada dei Partigiani, oggi in stato di totale abbandono. Occorre, soprattutto, investire i proventi della Pialassa in un sistema di sorveglianza, con guardie giurate e una rete di telecamere. Garantita la sicurezza dell’area dai tanti malintenzionati che la frequentano, vi sarà la possibilità per tutti di vivere questo straordinario ambiente naturale, organizzandovi percorsi turistici e didattici e valorizzando i tanti presidi gastronomici del territorio.
Il primo passo da fare è la rielezione della Commissione di Sorveglianza prevista dal Regolamento per l’esercizio dell’uso civico di pesca, che comunque andrà riformulato, in funzione della l. 20 novembre 2017 n. 168”.