“Dopo un doveroso e rispettoso silenzio per i lutti ed i danni avvenuti in conseguenza della recente alluvione che ha colpito la nostra Regione, è giunto il momento di analizzare i fatti, i presupposti, le azioni che si sarebbero dovute porre in atto e le responsabilità.

Le conseguenze dell’alluvione hanno comportato la morte di 2 persone, il rischio di evacuazione di altre 5.000 ed incalcolabili danni per le attività commerciali, produttive e per l’agricoltura.

Proprio con riferimento all’agricoltura si pensi che l’Emilia Romagna è la Regione euroea che vanta il maggior numero di prodotti a DOP e IGP.

Le esportazioni agroalimentari dell’Emilia-Romagna hanno quasi raggiunto gli 8 miliardi di euro.

Dopo Modena e Parma Ravenna è la terza provincia della regione per export agroalimentare. Nel 2021, sono cresciute ulteriormente le superfici coltivate a vite in Regione: +419 ha rispetto al 2020, un incremento concentrato principalmente nelle province di Ravenna, Modena e Reggio Emilia.

Con questi dati tratti dal volume “Il sistema agro-alimentare dell’Emilia-Romagna – Rapporto 2021” scaricabile dal sito della Regione è evidente che il comparto agroalimentare regionale debba costituire uno dei primari settori su cui porre attenzione ed investimenti.

È ormai globalmente noto che il pianeta è in una fase di cambiamenti climatici che comporta variazioni a lungo termine delle temperature e dei modelli meteorologici.

Di tali fenomeni vi è consapevolezza a livello nazionale-normativo almeno dal lontano 2014 quando con il decreto legge 133/2014 si è disposto che gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico ed i rispettivi cronoprogrammi siano individuati con decreto del Ministro della transizione ecologica, previa intesa con il Presidente di ciascuna Regione territorialmente competente (articolo 7).

Con decreto n. 429 del 25 novembre 2011 del Ministero della Transizione Ecologica la Regione Emilia Romagna ha ricevuto ben 20.910.000 euro per la realizzazione di 10 progetti di mitigazione del rischio idrogeologico individuati dalla stessa Regione. Tra questi si annoverano anche lavori di messa in sicurezza dei fiumi Reno e Lamone, proprio quelli che sono esondati in questi giorni rompendo talvolta gli argini.

Questi ultimi, secondo uno studio dell’Università di Modena e Reggio Emilia sono stati giudicati insufficientemente manutenuti. A ciò si aggiunga che gli argini sono resi maggiormente fragili dal lavorio di tassi, nutrie ed istrici che ivi colonizzano scavando profondi buchi e trasformando di fatto gli argini in groviere.

Non è prassi di questa parte politica la strumentalizzazione di catastrofi e morti per finalità propagandistiche ma di certo la cattiva amministrazione si palesa quando le cose non vanno bene.

Così, oltre al recente scandalo che ha investito la sanità regionale facendo affiorare debiti per 400.000.000 di euro ed il rischio di commissariamento, questa amministrazione dovrà  altresì rendere conto se e come ha speso i fondi giunti dal Ministero per la mitigazione del rischio idrogeologico e delle motivazioni per cui non si è mai occupata dello stato degli argini dei fiumi e del crescente numero di animali che li nidificano indebolendoli.

I fatti parlano da sé e questa volta non basterà un’intervista su Vogue o un armocromista per distogliere l’attenzione pubblica dai problemi reali.

Attendiamo risposte.”

Lucio Salzano responsabile per la provincia Ravenna del dipartimento agricoltura ed eccellenze italiane Fratelli d’Italia.