“Dal primo gennaio in Emilia Romagna sono aumentate le rette delle strutture residenziali, le Case protette per le persone non autosufficienti convenzionate. L’incremento posto a carico di anziani e disabili, ed ovviamente delle rispettive famiglie, è di ben 123 euro al mese! Equivalente ad un aumento pari a 4 euro e 10 centesimi per singola giornata. L’accusa mossa dai sindacati, che criticano duramente la scelta, è che si tratta di un aumento deciso in modo assolutamente unilaterale senza tenere conto del contesto fortemente critico in cui si inserisce.

Fanno bene. È giusto ricordare che, per quanto riguarda la Romagna e Ravenna in particolare, ci troviamo in una situazione di profonda difficoltà economica dovuta ai concomitanti effetti dell’inflazione e del balzo in avanti del costo di servizi e paniere della spesa con la corrispettiva perdita di valore di retribuzioni e pensioni. L’esperienza devastante di quanto si lascia alle casse dopo una qualunque spesa alimentare è sotto gli occhi della generalità di chi ha ancora (si fa per dire) bisogno di mangiare per vivere. Del resto fino a pochi mesi fa Ravenna era in testa alle classifiche nazionali tra le città più care d’Italia. È bene però ricordare la dura verità fornita dai numeri anche sotto l’aspetto delle entrate (per chi ne ha). In 30 anni gli stipendi corrisposti nel nostro Paese non hanno praticamente conosciuto variazioni significative a fronte di un aumento medio degli altri paesi OCSE di oltre il 30%. Ravenna, oltre a dover scontare un calo di 7 posizioni tra il 2021 e il 2022 (per il 2023 si dovrà aspettare), si trova al di sotto sia della media nazionale che di quella regionale per quanto riguarda le retribuzioni. E anche le pensioni ravennati sono ben al di sotto della media regionale.

Ravenna in Comune si unisce dunque alle forze sindacali nel definire «Una decisione grave» quella dell’aumento, condividendo in pieno la valutazione sulla vergognosa scelta adottata: «Le condizioni sociali delle famiglie in questi anni di crisi economica, prezzi energetici alle stelle, inflazione a due cifre, pensioni e stipendi bloccati, sono peggiorate. Era davvero necessario procedere in questo modo e dare un colpo alle tasche delle persone ricoverate o delle loro famiglie con un aumento che per gli anziani costa 123 euro al mese senza nessuna garanzia di migliorare la qualità dei servizi? Noi pensiamo assolutamente di no e la Regione se ne assumerà tutta la responsabilità». Come Ravenna in Comune aggiungiamo che le scelte della Regione sono purtroppo in linea con quelle adottate dal Comune per quanto riguarda i tributi di competenza, che hanno conosciuto quest’anno un generale aumento a cui, sin dalle prime avvisaglie, ci siamo opposte e opposti. Chiediamo al Sindaco comunque di unirsi alle forze sociali e alla cittadinanza che dichiara di voler rappresentare nel pretendere un passo indietro da parte della Regione.”

Ravenna in Comune