foto di repertorio

Come ormai si sa, il metano, se paragonato agli altri combustibili fossili, carbone e petrolio, è quello meno impattante e per questo, già trent’anni fa, il movimento ambientalista, coi Verdi in testa, proponeva di utilizzare il metano per la transizione verso forme di energia pulite. Malgrado il metano sia comunque un combustibile fossile e contribuisca all’incremento dell’effetto serra e quindi ai cambiamenti climatici, si proponeva di utilizzarlo al posto degli altri più impattanti combustibili fossili, in preparazione della transizione energetica. Trent’anni fa” a riassumere così la questione della transizione energetica oggi è Europa Verde Lugo e Bassa Romagna legata alla concessione rilasciata dal Governo per nuove trivellazioni nel territorio lughese.

Oggi, invece, i tempi della transizione energetica sono maturi (anzi, la transizione dovrebbe già essere partita…) e, a fronte del più grave allarme lanciato dagli scienziati che si occupano di clima, contenuto nell’ultimo rapporto dell’IPCC, il Ministero della Transizione Ecologica, ha autorizzato in data 4 agosto scorso la società Padana Energia s.p.a. ad effettuare dei nuovi lavori di perforazione del pozzo di sviluppo “Longanesi 3 dir”, nell’area di San Potito, nel territorio di Lugo”.

Per i Verdi: “Si continua a sbagliare e a non imparare dai propri errori e così si prosegue non solo con l’uso del metano, ma anche con la sua ricerca, perché sì, ci sono gli accordi internazionali, l’impegno a limitare l’innalzamento delle temperature medie globali, ma finché il metano genera profitti, nessuno, nemmeno il nuovo Ministero della Transizione Ecologica (o sarebbe meglio chiamarlo della “Finzione Ecologica”) ha il coraggio di opporsi.

Ci spieghi il Ministro Cingolani, che fa parte di un Governo che è appoggiato anche da forze, come M5S e LEU che a parole si dichiarano ambientaliste, come questa autorizzazione possa raggiungere l’obiettivo di favorire il più possibile lo sviluppo delle fonti rinnovabili.

Crediamo che le forze politiche e gli enti locali debbano alzare gli scudi, intraprendere ogni strada per fermare le trivellazioni e chiedere al Ministero di rivedere queste scelte scellerate e antistoriche e iniziare veramente quella transizione energetica di cui per ora indegnamente riporta il nome”.