Publbichiamo la lettera aperta di Ivano Mazzani.
“Si sa che chi non vota sempre torto così si dice Ma questa è la cosa meno importante per me da diciamo così, vorrei Mettere in evidenza altro. Parto da questa tragica morte di questo ragazzo di 20 anni che veniva nella mia scuola all’Itis e io sono stato in classe a con lui lavorando con uno dei miei ragazzi e che una settimana fa si è suicidato. Difficile mettere insieme le parti dentro una tragedia di questo tipo che ti sconvolge.
So solo che sono in aumento, in maniera esponenziale i suicidi dei ragazzi e delle ragazze dai 15 ai 24 anni.
Cosa dirsi?
Sondare l’indicibile? Vorrei però ovviamente allontanarmi da queste domande così impossibili forse.
Rimane un disagio conclamato e non solo nel gang Giovanili che cominciano a proliferare anche nella nostra piccola città.
Ma vorrei entrare lievemente in una passività è una lontananza. anche per il vivere civile in senso come impegno nella propria collettività dei nostri ragazzi.
Rimane aperto questa ferita gigante di servizi che non funzionano sia a livello sociale che nella psichiatria. Le difficoltà anche delle scuole che da sole si trovano di fronte a un malessere sempre più conclamato e non servono certificazioni ormai quantitative, con risposte di sostegno o educatore professionale sempre più assottigliate nelle ore e sempre più frammentate nelle ore di vicinanza e di sostegno e di lavoro, di relazione con i ragazzi e con le ragazze.
Non sono la ricerca di una istituzionalizzazione del disagio ci mancherebbe.
Non sono la ricerca di una istituzionalizzazione del disagio ci mancherebbe.
Rimane un vuoto enorme dentro una società che si è fatta consumare dal consumismo, che ha messo al posto il feticcio invece della relazione come dato sostanziale. Questo disordine nell’ordine del consumo, tocca spessissimo le fragilità umane è molto quelle dei giovani e delle giovani ragazze si è voluto una società dove gli oggetti e i riti consumistici, si chiamava una volta reificazione diventassero i valori di riferimento. Le comunità non esistono più sarebbero da reinventare, soprattutto sarebbero da progettare e vivere e condividere insieme a questi ragazzi a queste ragazze.
Le concause sono tante quello che succede che il dolore e lo smarrimento se ci sono negli adulti figurati nei ragazzi giovani. Tutto all’apparenza funziona e usa un gergo tutto a posto e niente in ordine.
Ecco Il solito moralista superficiale e giudicante. Voglio chiudere in questo modo sempliciotto e concludere diciamo quando si è sconfitti culturalmente e vive e vince la cultura della alienazione e della superficialità e della compensazione oggettistica, spesso si è sconfitti anche umanamente.”
Ecco Il solito moralista superficiale e giudicante. Voglio chiudere in questo modo sempliciotto e concludere diciamo quando si è sconfitti culturalmente e vive e vince la cultura della alienazione e della superficialità e della compensazione oggettistica, spesso si è sconfitti anche umanamente.”
Ivano Mazzani

























































