A proposito della riqualificazione della Darsena in destra canale, coi 12,5 milioni pagati dallo Stato, nulla è dato sapere sul ventilato recupero dello stupendo storico ex Tiro a Segno, affiancato al canale Candiano, sulla medesima ex via D’Alaggio. Abbandonato nel 1979 a favore di un nuovo e più adeguato impianto, con ingresso spostato su via Trieste, il Comune l’ha affidato in gestione alla sezione ravennate del Tiro a segno nazionale.

Sarebbe un’opera meritoria salvaguardare e valorizzare questo prezioso monumento di archeologia sportiva. Edificato nel 1895, tre anni dopo la fondazione a Ravenna della “Società per il tiro al bersaglio”, con un campo di tiro di circa 21.000 metri quadrati, fu uno dei primi esempi di calcestruzzo armato. Costituito da un porticato chiuso da cancelli di metallo, è tuttora sormontato da una pesante architrave, su cui campeggia un’aquila dalle ali spiegate. Pesantemente danneggiato durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, che distrussero una delle due case gemelle di cui si componeva, consentì nel dopoguerra alla squadra ravennate di tiro a segno molte affermazioni in campo nazionale. Al fine di rendere viva e vitale la nuova Darsena di città, la struttura si presta molto a pregevoli riusi per attività sociali, culturali, artistiche e di imprenditoria creativa. In questi anni, vi sono stati realizzati laboratori, incontri e performance varie. Molti ravennati ebbero la possibilità di visitarla in occasione degli eventi che hanno accompagnato la candidatura di Ravenna a capitale europea della Cultura 2019. Tuttora è oggetto di visite.

Nella propria gloriosa attività, la sezione ravennate del Tiro a segno nazionale, insignita della medaglia d’oro per meriti sportivi, spiccano le medaglie d’oro e di bronzo delle olimpiadi di Los Angeles 1932, conquistate rispettivamente da Renzo Morigi e Domenico Matteucci nel tiro celere con la pistola, e il palmares di Piero Errani, in competizione fino al 1999, tra cui la partecipazione alle olimpiadi di Monaco 1972 e di Montreal 1976 e 24 titoli nazionali in tutte le specialità di carabina. I suoi soci sono circa 800. La sua squadra agonistica è stata quinta, un anno fa, nel ranking italiano. Oggi gestisce cinque poligoni e una galleria di tiro al chiuso, la sola esistente in Romagna. Tutto il terreno su cui insistono il vecchio e il nuovo Tiro a segno, dal Candiano a via Trieste, è demanio dello Stato facente capo all’Agenzia di Bologna, che si appresta a trasferirne la proprietà al Comune di Ravenna. Compiendo, il 28 aprile del prossimo anno, 160 anni di vita, il Tiro a segno ravennate si propone di festeggiarlo alla grande, d’intesa con l’amministrazione comunale, contando di realizzarvi un poligono nuovo da 10 metri a pianterreno, non più solo al primo piano, per permettere l’attività anche alle persone in carrozzina, numerose tra i frequentanti, ed nuovo poligono da 100 o 200 metri dove utilizzare i fucili cosiddetti “ex ordinanza”. Il grande sogno è restituire a nuova vita l’adiacente tiro a segno storico.

I tempi stringono. S’impone dunque che la Giunta comunale chiarisca:

  1. quali sono i tempi di acquisizione del terreno da parte del demanio statale;
  2. quale intenzione, o meglio ancora quale progetto, abbia in animo di realizzare per il recupero e la valorizzazione dell’ex Tiro a segno di via D’Alaggio.

In tal senso, interrogo il sindaco, chiedendo risposta in Consiglio comunale.