Proprio due giorni fa il Vicesindaco con delega alla sicurezza Eugenio Fusignani si è vantato dei risultati che la sua azione amministrativa avrebbe ottenuto in questo mandato parlando di una città “civile, vivibile e sicura”.

Se non fosse che alle volte il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, ed ecco dunque che proprio oggi giungono da parte del Comitato Isola San Giovanni un elenco di puntualissime, precise e sconfortanti lamentele su tutto ciò che non va in quello che è l’emblema del fallimento delle politiche per la sicurezza e contro il degrado delle varie giunte che si sono succedute almeno a partire dalla prima presieduta dal povero Fabrizio Matteucci.

Breve excursus per i più smemorati. Il primo atteggiamento della sinistra governante la città fu la negazione del problema. Le lamentele di residenti e frequentatori della zona per necessità venivano bollate come rigurgiti razzisti.

Poi iniziarono le prime timide ammissioni, ma anziché prevedere una importante attività di repressione si installò in zona la cooperativa sociale, politicamente orientata, per tenere vivo il concetto del “è colpa del razzismo” e non dell’assenza di presidii che impongano il rispetto delle regole.

Si arriva alla giunta De Pascale con Fusignani presunto nuovo sceriffo. Nuove assunzioni di vigili urbani – d’altronde la carenza era nota, dunque non si vede in realtà nulla di straordinario se non un mero rientro nei parametri previsti dalla legge – qualche comunicato stampa in più, ma una presenza della polizia locale, come ora la si deve chiamare, che evidentemente continua ad essere ben poco percepita.
Infatti il comitato, che non ha né sponsor politici né altri obiettivi se non quello di tutelare una zona un tempo fiore all’occhiello della città racconta episodi di questo tipo:

“….Vale anche per il sesso maschile ma soprattutto le signore sono costrette ad assistere giornalmente e ripetutamente a uomini che urinano ovunque e in certi punti defecano senza curarsi minimamente di coprirsi”;

“Nonostante il divieto di consumare alcol la zona di mattina è piena di bottiglie e lattine abbandonate. Che fine hanno fatto le varie ordinanze? Nei giardini Speyer ci sono punti pieni di tappi di metallo conficcati nell’erba enei punti di sterrato. Idem davanti ai negozi etnici di viale Pallavicini.”;

“Lattine, mascherine usate, pacchetti di sigarette ecc…stazionano anche per giorni sui marciapiedi di viale Pallavicini ai piedi dei platani. In via Carducci di fianco al civico che confina col Ginanni sono parcheggiate numerose biciclette ammassate degli affittuari extra comunitari di un appartamento che impediscono così la pulizia della sporcizia che lì si crea.”;

“Ci sentiamo totalmente abbandonati e per certi versi siamo quasi alla totale anarchia. A ben poco valgono o sono valse le nostre richieste alle quali, nonostante scritte, non avete mai nemmeno dato risposta! Nel tempo siamo stati offesi e tacciati come “un quartiere malfamato”

Alla luce di quanto sopra, le parole del vicesindaco Fusignani appaiono sterili e non veritiere se non – forse – nelle intenzioni di chi le ha pronunciate, certo nel loro riscontro con chi vive quel quartiere.

Il programma elettorale della giunta Ancarani prevederà il coraggio di chiamare col proprio nome le necessità della zona a partire da una necessità fondamentale, l’uso del termine “repressione”.

  • Repressione costante di ogni reato o di ogni presupposto per compierlo con la tolleranza zero anche per azioni piccole in violazione di norme non penali;
  • Presidio fisso della polizia locale per tutti i turni compreso quello notturno
  • Intensificazione della pressione sul Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal Prefetto che non è un superiore innanzi al quale togliersi il cappello, ma il primo responsabile della sicurezza del suo territorio;
  • Coinvolgimento della sovrintendenza per la salvaguardia dell’abside di San Giovanni Evangelista oggi usata come latrina
  • Intensificazione della pulizia mediante specifico accordo con Hera che aumenti i presidii e il passaggio in quell’area;
  • Aumento dei controlli di polizia amministrativa sul numero di inquilini negli appartamenti della zona e sul rispetto delle norme comunali e sanitarie nei negozi che insistono nel quartiere