Dai cipressi di Montecalvo (Pianoro) all’ippocastano di Modena, dall’acero di Madonna di Lizzano al cipresso di Scola (Grizzana): in Emilia-Romagna ci sono circa 600 esemplari monumentali, di cui 102 sono anche piante monumentali d’Italia. La Regione, prima in Italia, li mappa e li cura dal 1977. Oggi, con una nuova proposta di legge che recepisce le novità nazionali, viale Aldo Moro vuole aumentare e potenziare l’attività di mappatura, conservazione e valorizzazione degli alberi monumentali e dei “boschi vetusti”: metterli in sicurezza da un punto di vista ecologico e diffonderne il valore culturale anche attraverso un Elenco degli alberi monumentali regionali e della rete dei boschi vetusti regionali dove, a fianco di quelli che verranno individuati, saranno inseriti d’ufficio anche quelli già censiti dalla Regione.

L’esame del progetto di legge “Disciplina per la conservazione degli alberi monumentali e dei boschi vetusti” ha preso il via in Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna. Il progetto di legge dà mandato alla giunta di trovare le risorse e le modalità per tutelare gli alberi monumentali e i boschi vetusti, oltre che realizzare l’Elenco degli Alberi. Vengono previste anche sanzioni per chi danneggia questi alberi e boschi.

“Vogliamo tutelare alberi che hanno un pregio culturale, storico, paesaggistico e religioso: il nostro paesaggio è frutto dell’evoluzione naturale e anche di quanto hanno fatto gli uomini nel corso dei secoli”, spiega la relatrice di maggioranza Mirella Dalfiume (Pd) che ricorda come “fra le attività previste c’è la mappatura delle piante e l’invio dei dati al ministero dell’Agricoltura perché vengano inserite nell’Elenco degli alberi monumentali d’Italia. Con grande lungimiranza la Regione Emilia-Romagna tutela questi preziosi alberi già dal 1977. Ora è emersa la necessità di adeguare le nostre leggi anche alla luce delle novità statali. Con questo provvedimento la Regione rafforza il proprio impegno e va in questa direzione la decisione di cominciare a occuparsi anche dei “boschi vetusti”, che hanno anche il grande pregio di tutelare il territorio e conservare la riserva idrica del territorio”.

“Trovo giusto e apprezzo lo spirito di questa proposta di legge a tutela dei nostri alberi di valore. Trovo strano, però, che la Regione recepisca solo oggi, nel 2023, norme statali risalenti al 2013 e al 2018”, sottolinea il relatore di minoranza Michele Facci (Lega), che, nel merito delle legge, afferma di non condividere il fatto che “la Regione dica di adeguarsi alla legge nazionale del 2013 ma poi inserisca criteri aggiuntivi per individuare quali siano gli alberi monumentali. La definizione di albero monumentale è già sufficientemente ampia senza bisogno di interventi regionali. Trovo anche sbagliato che la legge escluda dalla cabina di regia per la gestione degli alberi monumentali realtà come i consorzi utilistici e gli usi civici, ovvero i soggetti di proprietà collettiva di boschi”.

Presentato anche un ordine del giorno di Silvia Zamboni (Europa Verde) che impegna la giunta a portare a compimento la Rete dei Giardini della biodiversità con la realizzazione di due nuovi giardini nelle uniche due province scoperte, ovvero Modena e Parma, e a realizzazione il “Bosco dei Patriarchi” mettendo a dimora i figli degli alberi monumentali della Regione Emilia-Romagna, tutelati e no. “Questa legge ci vede favorevoli perché riguarda un tema molto importante. Nella nostra Regione ci sono alberi che hanno secoli, anche millenni, ed è giusto -spiega Zamboni- tutelarli, così come è giusto capire quali saranno gli alberi che possano resistere al meglio ai cambiamenti climatici”.

Dal canto suo Marco Mastacchi (Rete civica) invita a prendersi cura di tutta la biodiversità, di valorizzare gli alberi monumentali inserendoli nel resto dell’ambiente e a curare anche il suolo. Rete civica ha presentato due ordini del giorno che chiedono di impegnare i parlamentari emiliano-romagnoli a sostenere i progetti di legge a tutela dei castagneti collinari e montani e per chiedere alla Regione impegno per il risanamento del territorio.

Soddisfazione per la discussione della legge è stato espresso anche dall’assessora Barbara Lori.