La versione della donna è credibile ma il reato di maltrattamenti non può essere configurato per via di una questione puramente tecnica.

È quanto riportato dal Resto del Carlino: il Gip Janos Barlotti lo ha prospettato nell’ordinanza in materia cautelare con la quale ha rigettato la richiesta di custodia in carcere della Procura di Ravenna per Mattia Missiroli, 44 anni, architetto, del Pd, sindaco di Cervia dal giugno 2024.
Il Gip ha definito le dichiarazioni della moglie non solo “complessivamente attendibili”.

Ma anche “riscontrate dalla documentazione medica e fotografica”. Tuttavia per il Gip i dissidi da separati in casa dei due, restano “sotto alla soglia” dei maltrattamenti in famiglia. Una soglia tecnica: il Gip ha scritto di non volere “sminuire quanto riferito” dalla donna. Ma non gli pare che si tratti, “neppure a livello di gravità indiziaria”, di quel quadro di vessazioni “intollerabili e abituali” richiesto per potere contestare il reato in questione.

    Da ultimo il fatto che lui se ne fosse andato dopo l’ultimo episodio del 5 dicembre con prognosi per lei di sette giorni (ma è poi tornato a casa), escludeva in quel momento “l’attualità delle esigenze cautelari”.

    Di altro parere la Procura. Secondo quanto delineato dal Pm Angela Scorza sulla base delle verifiche della polizia, esiste il pericolo che il 44enne torni a essere violento sulla moglie.

    Del resto, per gli inquirenti, ha fatto così per anni senza che arrivasse alcun ripensamento. E poi c’è la sproporzione tra le modalità delle aggressioni e la futilità dei motivi scatenanti: uguale a “pericolosità sociale”. Tanto più che – ha precisato il Pm nella richiesta – l’uomo diverse volte ha spinto la donna a terra: azione che rischiava di infliggere danni gravi. Presto potrebbe essere depositato il ricorso della Procura in appello a Bologna per la misura cautelare.

(ANSA)