Si riporta di seguito il commento di Benedetta Diamanti, dirigente del Comune di Faenza e coordinatrice organizzativa del Niballo – Palio di Faenza, in riferimento alle critiche della Lega all’incarico assegnato dal Comune di Faenza a Tommaso Cappelli per la comunicazione degli eventi legati al palio

“Va premesso  e ricordato che il progetto a cui si fa riferimento è stato giudicato il migliore a livello nazionale su 114 progetti presentati nell’ambito del bando nazionale per le rievocazioni storiche promosso dal Ministero per i beni culturali, aggiudicandosi un finanziamento di quasi 68mila euro. Un motivo d’orgoglio per il Comune di Faenza e per tutto il mondo del Palio, un’idea e un lavoro capace di superare manifestazioni più blasonate e di sviluppare attività di valorizzazione del Palio in un anno in cui purtroppo le manifestazioni erano ferme causa il covid e di dare ossigeno economico ai rioni”.

Nella nota diffusa alla stampa, la dirigente però non entra nel merito del ruolo assegnato a Tommaso Cappelli, ma si limita a descrivere le dinamiche che hanno portato alla presentazione dell’intero progetto dedicato alla promozione e alla valorizzazione del palio per partecipare al bando del Ministero per i beni culturali, bando poi vinto. Un bando che ha portato nelle casse comunali 68 mila euro. Fondi grazie ai quali il Comune potrà dare vita a diversi progetti legati alla giostra (uno di questi progetti è ad esempio l’archivio fotografico) Di fatto, la nomina di Tommaso Cappelli è successiva alla vittoria dello stesso bando. Prima della nomina di Cappelli, la comunicazione legata al mondo del palio era affidata ad altri.

“Il progetto ha avuto tempi strettissimi di attuazione causa la tempistica definita a livello ministeriale. Oltre al personale dell’Ufficio Palio ha coinvolto i 5 Rioni, realtà associative e alcuni professionisti, già conosciuti per le loro competenze nei diversi ambiti di azione che dovevano essere garantiti e che le normative consentono, entro piccole soglie economiche, di coinvolgere direttamente nella massima trasparenza. Visto il risultato ottenuto difficile contestare che non sia stata la scelta opportuna” continua la dirigente.
Occorre in ogni caso mai dimenticarsi che il Palio è di tutti i faentini, trasversale a qualsiasi appartenenza, colore, idea politica o altro. Un patrimonio culturale e sociale cresciuto negli anni, diventato parte dell’identità della città. Che suscita tradizionali passioni ed emozioni ma la cui promozione e valorizzazione deve essere sempre più professionale, un aspetto che nel panorama delle manifestazioni legate alle rievocazioni storiche fa sempre più la differenza.”