“Anche sul tema “donazioni per gli alluvionati” la Giunta de Pascale ha agito con l’abituale protervia ben interpretata da tutto il PD in aula nel Consiglio Comunale del 14 settembre. Non che il resto dei consiglieri si sia particolarmente segnalato se non per chiacchiere, d’altra parte, grazie alle quali il punto all’ordine del giorno nella riunione di giovedì si è mangiato da solo tre ore di inutile discussione. Inutile in quanto la Giunta aveva già imposto il proprio punto di vista sulla maggioranza consigliare e non ha trovato di fatto opposizione nell’opposizione. Risultato: è stato approvato il prelievo dal fondo delle donazioni effettuate a favore degli alluvionati per finanziare il mancato pagamento della tassa sui rifiuti da parte degli stessi alluvionati. Significa che chi pensava di aver liberalmente versato degli importi «per dare sostegno alle famiglie e alle realtà colpite dall’alluvione» (come recitava l’invito del Comune che accompagnava la campagna) viene a scoprire che materialmente quei soldi non saranno mai erogati ai destinatari ma verranno invece dirottati su Hera in conto della gestione dei rifiuti affidata alla multi-utility.

Come Ravenna in Comune avevamo formulato tre richieste rivolgendole in nome della cittadinanza a tutte le consigliere e i consiglieri senza riguardo alla loro casacca politica.

Alla richiesta «Sia respinta la deliberazione di Giunta per attingere al fondo donazioni al fine di ristorare il Comune dei mancati introiti determinati dalla esenzione della TARI accordata ai danneggiati dall’alluvione, adottando le apposite variazioni di bilancio a ripiano di quanto verrà a mancare (sono previsti 1.200.000 euro circa)» è arrivato il diniego di tutto il Consiglio. Senza nessun voto contrario è infatti stata approvata la delibera che, come detto, paga Hera con i soldi degli alluvionati. L’assessora Molducci ha infatti sostenuto che, poiché le donazioni sono entrate a far parte del bilancio comunale, il Comune può impiegarle per la cosiddetta “esenzione” definendo quest’ultima “contributo agli alluvionati”. E questo è tanto, con buona pace delle 600 cittadine e cittadini alluvionati che proprio giovedì avevano depositato una richiesta in senso contrario: «Confidiamo che il Comune di Ravenna abbia la decenza di fare una variazione di bilancio per sostenere l’esenzione dalla Tari e non certo di utilizzare allo scopo le donazioni ricevute pro alluvione! Quelle servono a ricostruire il nostro mondo, almeno quello materiale che l’alluvione ci ha portato via! Perché per la perdita emotiva e della memoria delle nostre vite, non ci sono donazioni che tengano!».

Alla richiesta «Venga posto in essere tutto quanto è nella disponibilità operativa del Comune affinché le richieste di cui alla petizione sopra citata trovino accoglimento, non potendo il Consiglio “liberarsi la coscienza” con la sola generica mozione approvata il 3 agosto scorso» non è stato dato alcun peso. Rammentiamo che la petizione degli alluvionati, che Ravenna in Comune appoggia, chiede «di non pagare le utenze domestiche, ovvero luce, acqua, gas, rifiuti, canone RAI per un periodo che va da giugno 2023 a dicembre 2023 e il consorzio di bonifica per i prossimi 10 anni».

La richiesta «Tutte le donazioni ricevute dal Comune di Ravenna con la causale “Donazione eventi calamitosi 2023” siano con immediatezza versate nell’assoluto rispetto dello scopo a suo tempo dichiarato di dare sostegno alle famiglie e alle realtà colpite dall’alluvione» ha avuto una risposta non accettabile da parte dell’assessora Molducci che ha dichiarato: «il residuo auspicabilmente sarà distribuito entro la fine dell’anno». Vale la pena rammentare che ad oggi è stato “distribuito” all’incirca il 15% del fondo e che arrivare “auspicabilmente” alla fine dell’anno significherebbe ritardare ulteriormente la “distribuzione”: non meno di sette mesi dall’alluvione! Eppure si tratta della stessa parte politica che praticamente tutti i giorni mette (giustamente) alla gogna il Governo per la lunghezza dei tempi nell’effettuare i ristori promessi!

L’ultima nostra richiesta chiedeva fosse «sollecitata la Regione» perché provvedesse con immediatezza ad erogare i 51 milioni donati sul conto corrente dell’Emilia-Romagna. Anche in questo caso le cose andranno per le lunghe: è stato solo ora depositata dalla Giunta regionale una proposta di legge per disporre delle donazioni. A quattro mesi dall’alluvione non è nemmeno iniziato l’iter legislativo avanti l’Assemblea…

Ravenna in Comune appoggia la legittima rabbia montante presso la cittadinanza colpita nei beni e negli affetti dagli eventi alluvionali e denuncia come vergognoso il comportamento di quanti in Regione e in Comune si sono assunti la responsabilità di rappresentarla dimostrando di non meritare l’investitura elettorale. La loro palese inadeguatezza si fa ogni giorno di più evidente a tutte e tutti. Ma a pagarne il prezzo, come al solito, è proprio chi cerca di risollevarsi e viene risospinto nel fango!”