“Domani, 14 settembre, alla riapertura dei lavori consigliari, il Sindaco chiederà di prelevare dal fondo donazioni per gli alluvionati quanto occorrente ad esentarli dalla TARI per quest’anno. Ravenna in Comune ha già sollecitato il Consiglio affinché respinga la richiesta in quanto assolutamente inappropriata. Analoga richiesta è intervenuta da petizioni avanzate dalla cittadinanza che si è auto-organizzata per la raccolta delle firme ottenendo considerevole successo. La petizione ha inoltre richiesto che sia consentito agli alluvionati «di non pagare le utenze domestiche, ovvero luce, acqua, gas, rifiuti, canone RAI per un periodo che va da giugno 2023 a dicembre 2023 e il consorzio di bonifica per i prossimi 10 anni». Va da sé che per noi si tratta di richiesta ragionevole e assolutamente meritevole di accoglimento anche per questa parte.

Giova ricordare che ad oggi il Comune di Ravenna ha ricevuto donazioni per 7.250.000 euro. I versamenti volontari sono stati sollecitati garantendo che sarebbero serviti «per dare sostegno alle famiglie e alle realtà colpite dall’alluvione». Da parte sua la Regione ha raccolto altre donazioni, finalizzate al ristoro tutti i territori colpiti, per circa 51 milioni di euro. Si tratta di importi assolutamente considerevoli che solo ora si inizia in piccola parte ad utilizzare. Per quanto riguarda il Comune, senza considerare l’assurdità approvata dalla Giunta in merito alla TARI, stando alle informazioni fornite dall’Ente ammonta a soli 1.112.000 euro l’ammontare complessivo ad oggi erogato agli alluvionati. Si tratta di appena il 15% a quattro mesi dalle alluvioni. È evidente come de Pascale, annunciando «l’operazione TARI», abbia potuto affermare l’esistenza di una «importante capienza del fondo donazioni». Come sottolineavamo venerdì scorso, infatti, «ad oggi ne sono stati ridistribuiti una miseria, in quanto si è posto un tetto estremamente basso ai contributi erogabili per persona».

Approssimandosi la seduta consigliare e rendendosi conto della indifendibilità di quanto sin qui fatto (o, meglio, non fatto) dalla sua Giunta, il Sindaco proprio ieri ha fatto deliberare dalla Giunta un aumento degli importi originariamente previsti. Ha dato tempo per la presentazione delle richieste (che verranno integrate ai nuovi importi senza bisogno di ripresentazione delle domande già inoltrate) sino al 16 ottobre. La Giunta ha previsto di utilizzare per questa integrazione altri 1.300.000 euro. Se venissero integralmente impiegati nei tempi indicati, vorrebbe dire che dopo 5 mesi dagli eventi alluvionali risulterebbe utilizzato appena un terzo di tutte le donazioni raccolte dal Comune. Si tratta di una ipotesi assolutamente inaccettabile. Peraltro si tratta dello stesso Sindaco che praticamente tutti i giorni mette (giustamente) alla gogna il Governo per la lunghezza dei tempi nell’effettuare i ristori promessi.

Ravenna in Comune chiede a tutte le consigliere e i consiglieri che siedono in Consiglio Comunale di adottare nella seduta di giovedì le opportune deliberazioni affinché:

  • Tutte le donazioni ricevute dal Comune di Ravenna con la causale «Donazione eventi calamitosi 2023» siano con immediatezza versate nell’assoluto rispetto dello scopo a suo tempo dichiarato di «dare sostegno alle famiglie e alle realtà colpite dall’alluvione» e sia sollecitata la Regione affinché faccia altrettanto;
  • Sia respinta la deliberazione di Giunta per attingere al fondo donazioni al fine di ristorare il Comune dei mancati introiti determinati dalla esenzione della TARI accordata ai danneggiati dall’alluvione, adottando le apposite variazioni di bilancio a ripiano di quanto verrà a mancare (sono previsti 1.200.000 euro circa);
  • Venga posto in essere tutto quanto è nella disponibilità operativa del Comune affinché le richieste di cui alla petizione sopra citata trovino accoglimento, non potendo il Consiglio «liberarsi la coscienza» con la sola generica mozione approvata il 3 agosto scorso”.

Ravenna in Comune