“Il Sindaco di Ravenna ha annunciato che chi è stato colpito dall’alluvione sarà esentato per l’anno in corso dal pagamento della tassa sui rifiuti. L’intento sarebbe condivisibile ma c’è qualcosa che non torna e che troviamo sinceramente inaccettabile nel seguito dell’informativa e cioè che il Comune userà allo scopo le risorse accumulate grazie ai versamenti volontari nel dopo alluvione. «Il Comune di Ravenna è nelle condizioni, grazie all’importante capienza del fondo donazioni, di poter anticipare in ogni caso questa esenzione, con l’auspicio che questi soldi possano essere rifusi al Comune» ha detto il Sindaco. Intendendo che auspica ci sia una rifusione da parte del Governo anche se questa, a quanto risulta, è contabilmente iscritta solo nel libro dei sogni.

Mentre le immagini dell’alluvione scorrevano su tutti gli schermi italiani e internazionali, il Comune di Ravenna avviava una campagna di raccolta fondi con una causale bella chiara: «per dare sostegno alle famiglie e alle realtà colpite dall’alluvione». L’annuncio datato 24 maggio 2023 fa ancora bella mostra di sé nella pagina di apertura del sito istituzionale del Comune. In lingua italiana si ferma a poche parole prima di fornire le informazioni essenziali al versamento. In lingua inglese, invece, prima di specificare la destinazione a sostegno della ripresa, spiega quale impatto abbiano avuto gli eventi alluvionali e dà una quantificazione economica dei danni. Se non ci siamo persi qualche aggiornamento, l’ultima precisazione fornita da de Pascale circa l’entità dei fondi raccolti parlava di quasi 7 milioni di euro. Di questi ad oggi ne sono stati ridistribuiti una miseria, in quanto si è posto un tetto estremamente basso ai contributi erogabili per persona. Naturale che de Pascale possa quindi affermare che c’è ancora una «importante capienza del fondo donazioni».

Il punto è che se la «fundraising campaign» fosse stata pubblicizzata dichiarando lo scopo di non far mancare al Comune gli introiti della TARI, per la parte che lo stesso Comune rivendica dai residenti (ma soprattutto dalle imprese) colpiti dall’alluvione, non avrebbe raggiunto lo stesso risultato. «Più di 20.000 persone sono state costrette a lasciare le proprie case e la maggior parte di quanto possedevano è andata perduta per sempre» spiegava invece l’annuncio comunale (in inglese) prima di battere cassa: «Qualunque contributo sarà grandemente apprezzato». Apprezzato da chi? Dagli alluvionati che hanno perso tutto o dalle casse comunali dentro le quali quei soldi rimarranno cambiando semplicemente capitolo di bilancio?

Chiarito tutto ciò, se Ravenna in Comune fosse in Consiglio esprimerebbe il proprio voto contrario ad una simile proposta del Sindaco: assolutamente irricevibile. Cosa ne pensa chi in Consiglio si è fatto eleggere per rappresentare (anche) quegli stessi alluvionati? Le risorse raccolte «per dare sostegno alle famiglie e alle realtà colpite dall’alluvione» devono essere girate nel più breve tempo possibile a chi ne ha diritto. Se il Comune intende veramente esentare dalla TARI i danneggiati dall’alluvione lo faccia con uso trasparente delle risorse effettivamente a propria disposizione, adottando le opportune variazioni di bilancio. Le donazioni non sono utilizzabili per indennizzare il Comune da mancati incassi.”