Venerdì 3 maggio, dalle 16 alle 19, nella Sala Don Minzoni del Seminario Arcivescovile a Ravenna, l’Ordine degli Architetti PPC di Ravenna organizza l’incontro “Dalla Vienna rossa al new social housing. Il modello Vienna tra nostalgia e trasformazione”, a cura di Constanze Wolfgring.
L’incontro, aperto a tutta la cittadinanza e gratuito, è in lingua italiana.
Vienna è considerata una delle città più vivibili al mondo. L’abitare di alta qualità e a prezzi accessibili svolge un ruolo fondamentale. Partendo dalle sue radici storiche nel periodo della Vienna Rossa, questo seminario offre una panoramica dei capisaldi e dell’evoluzione del “modello Vienna” di edilizia sociale, sempre più sotto la pressione delle tendenze neoliberali, che rende necessario un continuo sviluppo degli strumenti esistenti e l’ideazione dei nuovi.
L’incontro affronta questi temi calandoli negli esempi concreti dei quartieri in cui vengono applicati, come la Seestadt, il Sonnwendviertel e il Nordbahnviertel, ponendo l’attenzione anche sulle linee di frattura con cui il sistema si confronta oggi: la casa tra bene comune e valore monetario; il rapporto tra edilizia sociale e mercato privato; l’interazione tra gli attori pubblici e privati nella produzione di alloggi sociali; la questione di come la politica fondiaria contribuisca a salvaguardare l’accessibilità dell’abitare; e l’interazione, a volte conflittuale, tra i livelli di governance locale e nazionale.
Afferma Rita Rava, presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Ravenna: “L’abitare dei prossimi anni, o meglio, del futuro, non sarà più quello che abbiamo realizzato finora in Italia. Certamente a causa del tema ambientale, ma altrettanta importanza avranno l’organizzazione sociale con famiglie molto diverse da quelle del passato, molto ristrette ma a volte molto allargate, con esigenza di spazi più flessibili, con minor potere economico. Auspichiamo che da un lato tutto quello che era stato conquistato -l’edilizia sociale-, e tutto quanto è stato finora ignorato -le esigenze della diversità-, costituiscano la spina dorsale della nuova visione dell’abitare. Quello di Vienna può essere un percorso di riferimento per le città italiane del futuro. Prima di risolvere problemi tecnici e normativi, quelli che affronta l’architettura sono innanzitutto urgenze sociali e culturali, verso le quali tutta la comunità deve essere consapevole e portatrice di cambiamento.”
Sin dall’istituzione della cosiddetta “Vienna rossa” nel 1919, quando il partito socialdemocratico appena insidiato al governo realizzò un sistema di welfare complessivo che interessava le più diverse sfere della vita quotidiana, Vienna ha continuato a porre l’attenzione sull’abitare.
Il Karl Marx-Hof, realizzato fra il 1926 ed il 1930 su progetto dell’urbanista Karl Ehn (allievo di Otto Wagner), era molto più che una casa popolare. 5 mila persone interagivano fra loro creando una comunità e i servizi erano moltissimi, fra asili, una biblioteca e gli ambulatori medici.
Ancor oggi Vienna ha un approccio virtuoso all’edilizia sociale. Dalle parole di Constanze Wolfgring, conosceremo l’attualità delle sue politiche territoriali, delle strategie di resilienza climatica urbana e dello sviluppo dei quartieri.
Il 42,6% del suo patrimonio abitativo fa parte del patrimonio di edilizia sociale, il che rende l’abitare a Vienna molto più abbordabile rispetto ad altre capitali europee. I suoi alloggi sono accessibili ad ampie fasce della popolazione e quindi presentano un significativo mix sociale.
Su questi temi è di grande interesse, infine, il progetto di Seestadt, un quartiere che è quasi una città, arrivando ad ospitare 25.000 persone quando nel 2030 sarà completata. Realizzata nel rispetto di tutte le questioni ambientali, immersa nella natura, attenta alle esigenze di tutti. Fra i temi considerati emerge quello della città al femminile, mai affrontato altrove in un mondo disegnato per uomini, principalmente i più prestati, non i giovani né gli anziani.
Constanze Wolfgring è assegnista di ricerca nell’ambito del progetto “From Unconventional Households to Unconventional Affordable Housing” e dottoranda in Urban Planning, Design, and Policy presso il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano.