Date le nuove disposizioni in materia di contenimento del contagio da Coronavirus, l’Istituto Oncologico Romagnolo non potrà essere come da tradizione coi suoi volontari nelle piazze del territorio con le colorate uova di cioccolato, il cui ricavato sostiene la ricerca scientifica nella lotta contro i tumori. Tuttavia, Pasqua rimarrà comunque sinonimo di solidarietà e sostegno dei ricercatori che conducono ogni giorno la loro battaglia nei laboratori, per donare nuove speranze ai pazienti che combattono contro la malattia. Grazie alla collaborazione con Conad, partner storico, le uova di cioccolato IOR saranno comunque in distribuzione in vari supermercati della provincia di Ravenna, affinché le persone possano supportare questa importante causa nel modo più “dolce”. Tutte le famiglie, recandosi in questi punti vendita, potranno quindi festeggiare la Pasqua con un pensiero ai tutti coloro che soffrono. Questo l’elenco dei Conad della provincia in cui si possono trovare le uova solidali dello IOR:

– Galilei, via Newton 28, Ravenna

– San Pietro in Vincoli, via Farini 89, San Pietro in Vincoli

– Le Cicogne, via Galilei 4, Faenza

– Arena, via Caffarelli 1, Faenza

– La Filanda, via della Costituzione 28, Faenza

– Pinarella, viale Europa Unita 4, Cervia – Pinarella

– Russi, via D’Acquisto 2, Russi

– Albergone, via Albergone 32, Bagnacavallo

– Castelbolognese, via Emilia Levante 245, Castelbolognese

Ma la solidarietà della provincia di Ravenna non si è limitata a questo: sono state tante le aziende che, a vario titolo, hanno deciso di comprare le uova di Pasqua IOR, affinché anche in questa emergenza sanitaria la strada verso una cura definitiva per il cancro non si fermi. Un grande ringraziamento quindi va anche a:

Ambulatorio Veterinario Alfio Pirini, Sisam Srl, Delta Novel, BPER Banca Spa, La BCC ravennate, forlivese e imolese Soc. coop., TeaPack Srl, Oremplast Srl, Cesare Tavalazzi Srl.

Fabrizio Miserocchi, Direttore Generale IOR, ha dichiarato: «È commovente vedere l’impegno delle aziende del territorio nei nostri confronti: strutture che in questo momento di crisi globale sarebbero giustificate a pensare a tutt’altro, e che invece buttano il cuore oltre l’ostacolo e, di fronte alla richiesta di un gesto in più per aiutarci a sostenere la ricerca, non si tirano indietro. Abbiamo chiesto una mano ai nostri amici più stretti, perché quest’anno non potendo andare nelle piazze con gli stand per la Pasqua prevedevamo un incasso minore da devolvere alla causa della ricerca: ma il cancro non si ferma davanti alle emergenze, rimane sempre il nemico pubblico numero uno, quindi non possiamo nemmeno rallentare lo studio di nuovi metodi per metterlo finalmente in scacco. I nostri pazienti hanno bisogno di speranze: le aziende del territorio, comprando le nostre uova, hanno dimostrato di averlo ben presente. Un pensiero infine anche i nostri volontari, che pur da casa sono stati straordinari nella distribuzione del materiale per la buona riuscita dell’evento. Grazie a questo bellissimo gioco di squadra potremo affermare che anche quest’anno, nonostante il Coronavirus, sarà comunque una Pasqua di solidarietà».