E’ scomparso domenica pomeriggio Fulvio Raffoni, ex partigiano, fondatore di quella che fu la sezione “Fidelio Zambianchi” del Pci di Ponte Nuovo.

Classe 1925, aderì alla Resistenza col nome di Geppetto, quando era appena 18enne, per poi tesserarsi al Pci. Muratore, assieme ad un gruppo di compagni di Ponte Nuovo e di Classe costruì fisicamente il manufatto che oggi è la sede del PD di via Romea Sud. Lì sorgerà la sede della cellula “Fiumi Uniti” del Partito comunista italiano, che poi sarà intitolata a Fidelio Zambianchi, martire della Resistenza.

Fulvio Raffoni ne fu il secondo segretario e deterrà questa carica per circa vent’anni, fino alla fine degli anni 70. Gestirà quel presidio di organizzazione e mobilitazione del Pci che sarà conosciuto, popolarmente, come Stalingrado (era l’appellativo che si diede in particolare alla realtà di Ponte Nuovo in attestazione alla Romea Sud, per il forte radicamento comunista) con uno spirito votato alla composizione. Si parla di anni difficili, caratterizzati dalle lotte sindacali, in una località che era fulcro della cooperativa dei braccianti e quindi era impreziosita e resa più complessa dalla relazione con questo tipo di rappresentanza.

Anche dopo aver lasciato la carica (per un periodo rimarrà anche presidente del direttivo, nella fase in cui la segreteria fu retta dal fratello Luciano), Fulvio non aveva mai fatto mancare il proprio apporto, con la saggezza, la misura e l’umiltà che l’hanno sempre contraddistinto. I suoi pareri e impressioni erano attentamente ascoltati anche nelle stagioni successive, quelle in cui aveva scelto l’adesione al Pds, poi ai Ds, poi al Pd.

Ci stringiamo in un abbraccio di condoglianze alla famiglia, cui era legatissimo, felici di averlo visto così lieto anche negli ultimi anni, quando aveva avuto la gioia di diventare bisnonno.

I funerali si terranno domani, e partiranno dalle 10:30 dalla Camera mortuaria, verso Ponte Nuovo. Un picchetto saluterà il passaggio del feretro davanti alla sede del circolo Pd “L’Approdo” di via Romea Sud.

In allegato una foto di Fulvio Raffoni