“Questa estate la ricorderemo anche per il tronfio trionfo dello slogan “legge e ordine”. Non certo nel contrasto ai ladri che continuano ad imperversare. No. Troppo difficile. E soprattutto non conviene neanche toccare l’argomento visto che da anni Ravenna è stabilmente ai vertici nelle classifiche italiane per numero di denunce (le statistiche non mentono e fa arrabbiare sentire che si denuncerebbe troppo…).

I nemici contro cui si è scatenata l’Amministrazione Comunale sono decisamente meno temibili e soprattutto non minacciano affatto la sicurezza della nostra comunità. Non sono infatti rei ma vittime. Si tratta delle vittime della gravissima crisi che priva o rischia di privare tanta gente non abbiente di un tetto sulla testa. È gente che non riesce ad ottenere un luogo dignitoso dove vivere perché fuori dalla portata economica. Si tratta di quella povertà che, anche a Ravenna, avanza e non trova aiuto pubblico.

Le ultime ruote del carro cercano comunque di arrangiarsi. Accampandosi dove possono, cercando di scomparire alla vista. Leggiamo che «lunedì pomeriggio la Polizia locale di Ravenna è intervenuta, nell’ambito delle attività di contrasto al degrado urbano, nell’area verde nei pressi di via Miserocchi, in zona Darsena, a seguito della segnalazione di un bivacco. L’operazione ha visto impegnate due pattuglie dell’ufficio pronto intervento e città, che hanno rinvenuto e sgomberato due tende da campeggio, tre materassi nonché vestiti e oggetti vari, occultati tra la vegetazione.

Durante l’attività di ripristino dell’area, con il materiale che è stato rimosso e verrà distrutto, è stato identificato un cittadino somalo, regolare sul territorio nazionale e senza fissa dimora, che è stato sanzionato ai sensi del regolamento di polizia urbana e colpito da ordine di allontanamento».

Ma è solo l’ultimo episodio di una serie di cui viene appositamente data diffusione per dimostrare che a Ravenna “legge e ordine” sono «una condizione necessaria per lo sviluppo, la democrazia, il vivere civile» come dichiara il vicesceriffo con delega alla sicurezza Eugenio Fusignani. Del resto è stato proprio lui a volersi intestare quel Regolamento di Polizia Urbana che traccia un collegamento tra l’eliminazione dell’insicurezza e l’eliminazione dei poveri attraverso la soppressione del “degrado” che gli stessi poveri rappresenterebbero.

Leggiamo anche che l’Avvocato Andrea Maestri, nel denunciare l’ennesima vergogna di questa Amministrazione, ha giustamente ricordato il nostro tentativo di contrastare un regolamento che sia il centrodestra che il centrosinistra rivendicavano come una bandiera. Ravenna in Comune, attraverso il proprio capogruppo Massimo Manzoli (con l’apporto come consulente giuridico dello stesso Andrea Maestri), è stata la sola forza politica ad esprimere voto negativo nel 2020 dopo aver inutilmente proposto tantissimi emendamenti. Come dichiaravamo:

«La maggioranza ha bocciato tutti quelli che spostavano il senso securitario attuale in un senso più solidaristico. Nella relazione conclusiva il vicesindaco Fusignani ha orgogliosamente ribadito come la repressione sia uno dei tre pilastri fondanti del regolamento di polizia locale. Lo “ringraziamo” per aver espresso in poche e chiare parole il motivo per cui noi siamo contrari a un regolamento di polizia locale nato su questa base repressiva».

Se l’Amministrazione Comunale a guida PD non cambia radicalmente segno, se continua la carenza di risposta pubblica alle legittime esigenze di avere un tetto (e quattro pareti) attorno, se continuerà imperterrito il ricorso alla forza pubblica disgiunto da politiche sociali, sarà sempre più frequente leggere di povere tende distrutte e di denunce per il reato di invasione di terreni ed edifici e di sanzioni ai sensi del regolamento di polizia urbana nei confronti di povera gente.

Concludiamo con le parole espresse a suo tempo da Andrea Maestri al momento dell’approvazione del Regolamento di Polizia Urbana per la loro intatta attualità (purtroppo):

«Chi dorme sotto le stelle o sotto tetti pericolanti, di solito non è un inguaribile romantico o uno che predilige l’avventura e l’imprevisto, ma uno che vive una situazione di marginalità e bisogno: risolta quella, probabilmente avremo risolto anche il degrado, diversamente avremo solo costretto un povero cristo a cambiare stella o tetto, con nuove situazioni di pericolo e … degrado.

Insomma, può essere una mossa accattivante per i moderatori benpensanti (con la pancia piena) allontanare dagli occhi gli emarginati ma non è una mossa particolarmente intelligente perché sposta il problema e crea le condizioni della recidiva, cioè la necessitata coazione a ripetere condotte “degradanti”.

Insomma, non pretendiamo politiche di sinistra da chi evidentemente non lo è più da tempo, ma almeno politiche intelligenti, meno terra terra, meno prevedibili, meno ruffiane».”