“A un anno dall’alluvione continuano gli allarmi sulla tenuta del territorio. Sabato si è verificata una condizione meteo su Forlì e Cesena che gli esperti definiscono «molto simile a quella osservata tra il 15 e il 16 maggio, quando abbondanti grandinate flagellarono il ravennate, con la differenza che oggi l’innesco delle celle si è avuto più a sud costeggiando l’area appenninica. A Forlì centro sono caduti 40,2 mm (stazione Arape) tra pioggia e grandine in poco più di 30 minuti. Fino a 51,2 millimetri presso la stazione di Forlì Aeroporto, e 32,0 millimetri presso una stazione ubicata nella parte nord di Forlì. Le conseguenze sono state, oltre a gravi danni all’agricoltura (anche per raffiche di vento tra 75 e 80 km/h), diffusi allagamenti urbani per l’eccesso di pioggia caduta in brevissimo tempo». Risultato: il centro è andato sotto da corso Mazzini a corso della Repubblica fino a Piazza Saffi. Black out anche la tangenziale e fuori uso tutti i sottopassi. E anche a Cesena «poco dopo le 15 una rapida ma violenta “bomba d’acqua” ha colpito la città con grandine e forti raffiche di vento. Allagamenti segnalati in particolare nelle zone di Sant’Egidio, Vigne e Pievestina». Come detto, qualche giorno prima era già toccato al ravennate. Prima sono andati sotto i campi coltivati tra Reda di Faenza, Prada, Fossolo, Boncellino di Bagnacavallo, Pieve Corleto e Russi nella giornata del 13 maggio. E poi, il 15 maggio, si è cominciato dall’Imolese per poi spostarsi nella provincia ravennate. «Il maltempo ha investito in particolare le località di Bubano e Mordano nel Bolognese e poi Massa Lombarda, Bagnara di Romagna e Sant’Agata sul Santerno. Il temporale si è poi allargato verso il settore orientale e settentrionale colpendo anche la zona di Lugo, Fusignano, Bagnacavallo, Conselice, per poi giungere infine anche nella zona di Ravenna. Fino a 60mm di pioggia e grandine anche di grandi dimensioni si sono scatenati su frutteti, vigneti e campi coltivati».

Eppure ci ricordiamo ancora i proclami su quello che il disastro del maggio 2023 aveva insegnato e di come le amministrazioni locali e centrali avrebbero reagito di conseguenza. Se reazioni ci sono state negli ultimi 12 mesi non hanno visto differenze significative tra le Giunte di centrosinistra e quelle di centrodestra. A Forlì, nonostante le promesse, Zattini sta cercando di battere tutti i record nell’approvazione di ogni centro logistico previsto dalla pianificazione comunale prima della fine del mandato: da via Mattei alla via Emilia al cosiddetto polo H. A Cesena invece è stato sdoganato il comparto polifunzionale in zona Montefiore. E per Ravenna non c’è bisogno di citare esempi: basta prendere l’ordine del giorno di qualunque Consiglio Comunale o riunione di Giunta per trovarci il via libera ad una lottizzazione nuova pacca! Del resto quella di de Pascale è una posizione coerente con dichiarazioni come queste da lui rilasciate un anno fa quando l’acqua ancora ristagnava: «Mentre il tema dei cambiamenti climatici è un tema centrale rispetto all’alluvione, il tema del consumo di suolo c’entra poco».

Come Ravenna in Comune ha avuto modo di ricordare alla cittadinanza (inutile sprecare tempo con il Sindaco: non c’è peggior sordo…), invece, l’impermeabilizzazione è un fattore importantissimo perché i terreni siano posti in grado di assorbire l’eccesso di acqua caduto dal cielo. Non a caso Ravenna in Comune aveva invitato l’Amministrazione a dichiarare una moratoria rispetto alle nuove autorizzazioni a cementificare. Inascoltata. Così come è stata sino ad ora inascoltata la Campagna per il Clima – Fuori dal Fossile nella richiesta di moratoria delle autorizzazioni a nuovi progetti di implementazione della rete gas. Eppure è assolutamente condivisibile la lettera aperta rivolta proprio a de Pascale dal coordinamento ravennate (di cui peraltro Ravenna in Comune è parte). La riportiamo per esteso sul nostro sito. È indubbio il contributo del metano, bruciato o comunque diffuso in atmosfera, al cambiamento climatico che perfino de Pascale riconosce come causa degli eventi atmosferici alluvionali. Ma l’asservimento ai voleri della lobby del fossile è paragonabile a quello della lobby degli immobiliaristi…

Per quanto sopra esposto Ravenna in Comune non nutre alcuna fiducia nelle politiche di centrodestra o centrosinistra. Sotto il profilo economico sono tra loro assolutamente interscambiabili nel riconoscimento del dio mercato e del liberismo sfrenato come bussole a cui guardare nell’operato quotidiano. La conseguenza è destinata a pagarla la cittadinanza a meno di un cambiamento profondo al momento del voto. Tra poco sarà l’occasione di Forlì e potrebbe essere meno lontana di quanto previsto l’occasione per Ravenna. Un buon segnale si potrà già dare con la manifestazione nazionale del 1° giugno a Roma, in Piazza Vittorio, dalle 14.30. È l’indicazione emersa dall’assemblea di sabato scorso in Darsena, a conclusione del bel corteo che ha attraversato il centro di Ravenna. Come Ravenna in Comune ne condividiamo gli obiettivi pur nel timore di dovere ritirare fuori l’argomento al prossimo evento eccezionale, mareggiata, frana, alluvione o siccità che sia.”