I risultati delle prime due settimane di saldi estivi, raccolti attraverso l’indagine congiunturale condotta da Confcommercio Emilia Romagna attraverso il Centro Studi Iscom Group, evidenziano segnali confortanti. Il monitoraggio è stato realizzato su un significativo panel di imprese commerciali della regione, composto da punti vendita di beni per la persona, in particolare abbigliamento e calzature (95%).

L’indagine ha evidenziato che per il 31% degli operatori le vendite sono in aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre  il 47% ha rilevato una sostanziale stabilità. Il 22% degli intervistati ha dichiarato un calo delle vendite, peraltro contenuto entro una flessione del 10%.

“A due settimane dall’avvio delle vendite di fine stagione  – dichiara Luca Massaccesi, direttore Confcommercio Ascom Lugo – gli operatori tracciano un quadro generale positivo, con un buon movimento nei negozi, superiore a quello degli scorsi anni, anche se molte volte la visita non si traduce in acquisto: bisognerà avere conferme nelle prossime settimane, questi primi dati inducono tuttavia ottimismo. C’è molta aspettativa tra gli addetti ai lavori che si lasciano alle spalle una stagione primavera/estate deludente”. “Per quanto riguarda in particolare la zona Lughese registriamo un inizio lento – non c’è più la corsa ai saldi fin dai primi giorni – con un andamento in linea alla tendenza leggermente positiva dello scorso anno

Il 60% degli operatori indica nel primo weekend il picco delle vendite. Il 21% ha venduto di più durante le giornate infrasettimanali, mentre l’11% ha segnalato un andamento omogeneo delle vendite in queste prime due settimane di saldi.

L’indagine conferma la razionalità del processo di acquisto in saldo, che risponde a scelte programmate e ponderate:  Il 28% degli operatori segnala che la clientela ha aspettato i saldi per comprare i capi estivi.  E il 26% entra, guarda, ma aspetta ulteriori ribassi per acquistare. I clienti che acquistano in queste prime settimane di saldi comunque hanno un atteggiamento di attenta valutazione dei prezzi (21%). Gli acquisti sono limitati allo stretto necessario (14%). Viene quindi a mancare l’acquisto d’impulso tipico dei saldi.

Favorita ovviamente la vendita di capi tipicamente estivi: dalle t-shirt ai costumi e ai bermuda nell’abbigliamento, ai sandali nelle calzature.

Il valore della spesa media pro-capite è leggermente aumentato per abbigliamento e calzature rispetto all’anno scorso; nel 2018 il valore della spesa media pro-capite nei punti vendita di beni per la persona è di 80 euro, rispetto ai 70 del 2017.

Se si considera che il nucleo medio familiare in Emilia Romagna è composto da 2,21 componenti (Fonte: ISTAT dati al 31/12/2017) la spesa per famiglia è di circa 177 euro.

Gli acquisti si sono polarizzati sulla fascia media di prezzo.

“Durante i saldi, nonostante la crescente e “sleale” concorrenza dei giganti del web, è in aumento il numero di consumatori che indirizza le proprie scelte d’acquisto nei negozi “sotto casa” dove relazione, fiducia, vendita assistita e personal shopping danno vita ad un’esperienza di acquisto unica anche a prezzo ribassato” – aggiunge Massaccesi – “E’ in ogni caso necessario che i grandi gruppi del commercio on-line”  – conclude il Direttore di Confcommercio Ascom Lugo – “siano assoggettati alle stesse imposte che gravano il commercio tradizionale: stesso mercato, stesse regole, per tutti.”