“Abbiamo assistito tutti, increduli, il 4 dicembre al 79 esimio anniversario della liberazione di Ravenna, al cambio di cerimoniale che ha impedito all’A.N.P.I di depositare la propria corona ai caduti.
Mai e poi mai ci saremmo aspettati che nella città che è stata di Bulow e Zaccagnini, medaglia d’oro della Resistenza, nel momento più importante del ricordo di coloro che sono morti per liberarci dal nazifascismo e ridare dignità ad un popolo sconfitto e umiliato da Mussolini e compagnia, si impedisse a chi oggi continua a rappresentare la storia dei resistenti e della resistenza nel nostro paese, di depositare la propria corona a memoria di coloro, che per la libertà di tutti noi hanno fatto il sacrificio più grande.
Ci chiediamo ancora oggi come possa effettivamente essere accaduta una cosa del genere.
Abbiamo visto da un lato la ferma, preoccupata, e a nostro avviso giusta denuncia del presidente nazionale dell’A.N.P.I su questa vicenda, e su altri tristi tentativi di modificare la storia del nostro paese, che stanno avvenendo in altre parti di Italia, dall’altro abbiamo assistito alle scuse del Prefetto, che parla di un banale e grossolano errore.
A noi non sfugge di certo il clima di revisionismo che è in atto da tempo in questo paese, clima favorito dal fatto che purtroppo, nonostante tutto, nel nostro paese vi è un governo formato da forze politiche che non hanno mai condannato il fascismo, e che non hanno mai riconosciuto pienamente la nostra costituzione, e anzi, proprio da quel governo oggi viene la proposta di stravolgere la nostra costituzione, proponendo l’elezione diretta del presidente del consiglio, proposta che, per chi ha buona memoria era molto cara ad un certo Giorgio Almirante.
Dovremo quindi credere ad un grossolano errore?
No! Noi non crediamo si tratti di un grossolano errore.
In una repubblica che porta in se una costituzione antifascista enata dalla resistenza , in un cerimoniale che ricorda le vittime della resistenza non si può minimizzare la presenza dell’ A.N.P.I, di chi ancora rappresenta quella storia. Noi non vogliamo e non possiamo credere che si voglia arrivare a cambiare la storia di questo paese partendo proprio da Ravenna.
Per questo, non possiamo che condannare fermamente ciò che è avvenuto, ed esprimere all’A.N.P.I tutta la nostra solidarietà.
Noi chiediamo che tutto questo non accada mai più, e chiediamo all’amministrazione comunale di essere più vigile e attenta su questioni importanti come queste.
Infatti, l’amministrazione comunale, che rispetto al cerimoniale ha una responsabilità diretta, era o no al corrente che quest’ultimo sarebbe stato cambiato? E se si, perché ha accettato supinamente il cambiamento?
Ai posteri l’ardua sentenza.”
La segreteria provinciale del P.R.C