I militari della Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Ravenna ha posto sotto sequestro circa 700 kg di vongole pescate illecitamente all’interno del porto cittadino, lungo un tratto del canale Candiano, oltre ad alcuni attrezzi da pesca non consentiti e una unità navale di appoggio alle attività abusive.

L’operazione portata a termine dai militari della Guardia Costiera ravennate nella serata del 24 marzo 2022,  è stata condotta via terra e via mare, con l’impiego della motovedetta CP 847. I pescatori abusivi sono stati colti di sorpresa e si sono immediatamente dati alla fuga a bordo di piccole imbarcazioni a motore, nonostante le intimazioni a fermarsi da parte dei militari, riuscendo poi a raggiungere la banchina portuale e dileguarsi, facendo perdere le loro tracce.

Nel frattempo, la pattuglia giunta in zona via terra ha recuperato circa 30 ceste piene di vongole appena pescate e frettolosamente abbandonate a riva, per un totale di circa 700 kg. Il prodotto è stato sottoposto a sequestro amministrativo, in quanto frutto illecito della pesca in zone vietate e con uso di attrezzi non consentiti, ai sensi delle vigenti disposizioni normative in materia di pesca marittima (art.10 del Decreto legislativo n.4 del 2012).

I militari operanti hanno rinvenuto anche due attrezzi da pesca vietati (del tipo “idrorasca”),  sottoposti a sequestro amministrativo; tale dispositivo può essere impiegato solo da pescatori  muniti di regolare autorizzazione e limitatamente alle aree in concessione demaniale marittima per finalità di molluschicoltura; inoltre, è stato anche posto sotto sequestro penale un natante a motore, utilizzato per la fuga.

Il prodotto ittico sequestrato è stato prontamente rigettato in mare, perché ancora vitale, a cura dell’equipaggio della Motovedetta CP 847.

I controlli da parte della Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Ravenna continueranno anche nei prossimi giorni, mentre sono in corso accertamenti volti ad individuare i responsabili della pesca illecita.

La Capitaneria di Porto ricorda che la pesca all’interno del porto è vietata, a garanzia della sicurezza della navigazione e della vita umana in mare, e anche perché il prodotto illecitamente pescato non può essere consumato e tantomeno commercializzato, in quanto privo di tracciabilità ai fini della sicurezza alimentare.