“Se l’Agenzia Regionale per l’ambiente si fosse mossa prima e avesse chiesto qualche mese fa le delucidazioni che chiede ora, ed anche posto dei quesiti di fondo sulla compatibilità ambientale di un vero e proprio mostro (qual è l’impianto di rigassificazione con tutte le strutture annesse) in un territorio delicato come quello ravennate, probabilmente a questo punto Ravenna non avrebbe la sensazione di essere con un cappio al collo che aspetta solo di essere stretto definitivamente.

Le obiezioni che sia il nostro Coordinamento, sia Legambiente regionale ed altri soggetti hanno inviato in Regione entro i termini previsti (assurdamente angusti), e la mobilitazione che diversi movimenti ambientalisti stanno portando avanti da mesi, evidentemente cominciano a smuovere qualcosa.

Così in questi giorni stiamo apprendendo dagli organi di stampa locali che anche Arpae esprime preoccupazioni, chiede valutazioni d’impatto, solleva diverse questioni da noi reiteratamente proposte in questi mesi, regolarmente infrantesi contro muri di gomma, e spesso fatte oggetto di insulti e accuse di irresponsabilità e di estremismo da esponenti della politica ravennate.

Arpae denuncia la potenziale dannosità delle strutture di terra che dovranno sorgere in numerosi punti del territorio comunale, chiede di stimare le perdite di metano dal processo di rigassificazione e trasporto, pretende la valutazione delle conseguenze sull’ambiente marino, segnala che non si sia posta attenzione agli aspetti correlati alla necessità di dragaggi ed escavazioni, e denuncia l’ineluttabilità di importanti emissioni di Co2 e di polveri. Ed altro ancora.

Anche se viene spontaneo chiedersi come mai Arpae abbia aspettato tanto, ed esternato tutti i propri dubbi solo ora, ben venga il fatto che anche ad alto livello si cominci a dubitare della sacralità con cui la scelta del rigassificatore è stata pressoché compattamente salutata fino ad ora .

A questo punto riteniamo che le Istituzioni di governo locale e regionale farebbero solo bella figura se avessero l’umiltà di ritornare sui propri passi  decretando un’ adeguata moratoria, al fine di consentire l’espletamento di tutte le corrette procedure di studio approfondito della situazione, i completi e corretti percorsi di valutazione di impatto ambientale e sanitario, di valutazione ambientale strategica e di autorizzazione integrata ambientale, uscendo dalla malefica impostanzione ultraemergenziale fin qui portata avanti. E soprattutto  informare correttamente e coinvolgere la cittadinanza.

In qualche articolo abbiamo letto che “la città ha voluto con convinzione il rigassificatore ma ora chiede garanzie”. Noi proprio non abbiamo visto alcun momento e alcun luogo di espressione della popolazione, che possa consentire a chicchessia di dire che Ravenna questa opera la voglia. Non per caso, anche qualche categoria economica, come i gestori degli stabilimenti balneari, per altro a loro volta con grave ritardo, denuncia il mancato coinvolgimento e l’assenza di informazione.

Non dobbiamo certo illuderci che a questo punto si intravedano schiarite rassicuranti. Gli intenti del Governo, della Regione e delle Istituzioni locali per ora non stanno cambiando. Per cui occorre tenere alta la mobilitazione. Come a Piombino dove pochi giorni fa si è tenuta l’ennesima manifestazione, alla quale abbiamo convintamente partecipato, e dove si è creato un ampio fronte che vede la partecipazione pressoché di tutta la società, dobbiamo far sì che la lottasi allarghi.

Invitiamo fin d’ora tutte e tutti ad unirsi a noi nelle prossime iniziative, a partire dalla “marcia per il clima”, che convocheremo nel secondo fine settimana di settembre.”