Il 2020 caratterizzato dalla pandemia da Coronavirus si è rivelato un anno tragico anche per il comparto dell’oil&gas ravennate, con i fortissimi tagli all’occupazione, causati dal blocco di nuove ricerche ed estrazioni di gas naturale, necessarie a compensare le perdite dovute all’esaurimento dei giacimenti e garantire al paese l’energia utile alla transizione energetica”: a lanciare l’allarme sono il segretario nazionale Ugl Chimici Luigi Ulgiati ed il segretario provinciale Ugl Chimici di Ravenna Luca Michieletti.

Ma per l’Ugl: “c’è preoccupazione anche per la tenuta dei posti di lavoro anche nell’anno nuovo, visto che nei primi mesi del 2021 è prevista l’emissione del “Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee” da parte del governo, con lo scopo di definire le aree entro le quali potrà essere svolta l’attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale, nel quadro di una cosiddettasostenibilità ambientale delle diverse aree, annullando le attività upstream con relativo percorso di decarbonizzazione”.

La produzione nazionale degli idrocarburi – segnalano Ulgiati e Michieletti – da diversi anni viene considerata come se fosse l’unica fonte di pericolo per l’ambiente, uno stato di emergenza, con l’adozione di interventi straordinari che stanno soffocando l’attività e mettendo a rischio l’occupazione, malgrado il settore dell’estrazione abbia incidenti e infortuni inferiori a quelli del complesso industriale produttivo e sia soggetto ad un articolato quadro normativo in materia di sicurezza e di protezione del mare dall’inquinamento”.

Non si comprende lo scopo del “Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee” – indica il segretario dell’ Ugl Chimici di Ravenna – la normativa del settore, lo indirizza già ad una vita limitata, in quanto la maggioranza degli impianti romagnoli, sebbene producano esclusivamente gas naturale ritenuto utile alla transazione, possono essere sottoposti solo ai lavori di manutenzione, perché ricadono dentro le “aree tutelate per legge”. Alcuni esempi di “aree tutelate”: le acque territoriali, il tratto di mare fino a 12 miglia (22 km. circa) di distanza dalla costa, così come la “superficie di sicurezza” originata dalla presenza dell’area parco del “Paguro” a circa 11 miglia (20 km.) dalla costa. Tale area originariamente occupata dal relitto della piattaforma Paguro è accresciuta nel tempo per successiva collocazione in loco di masse ferrose provenienti dalla rimozione di altre piattaforme, una vera e propria scogliera artificiale “artificial reef”, un sito, polo d’attrazione per la flora e la fauna marina. L’area di tutela del Parco del Paguro ha come raggio 12 miglia dai confini, e come già detto trovandosi circa 11 miglia dalla costa, determina un limite dalla costa di oltre 33 miglia (61 km circa)”.

Inoltre, visto che per la realizzazione dei nuovi progetti fuori dalle aree citate è stabilito il coinvolgimento della pubblica amministrazione e la partecipazione della cittadinanza e dei gruppi della società civile, dall’applicazione della procedura di valutazione di impatto ambientale. Dobbiamo aspettarci l’allungamento dei tempi, vista la situazione di emergenza sanitaria, con conseguenti possibili blocchi dannosi ai lavori. In questo momento particolarmente difficile con l’emergenza da Covid19 anche la democrazia ha la “mascherina” e l’impedimento alla partecipazione sarebbe dannoso se dovesse portare a scelte imposte senza attendere il confronto e valutare le ricadute occupazionali. Per questo è importante, a nostro parere, prima di avviare ogni processo decisionale, attivare un confronto programmatico sul tema dell’energia. Un confronto richiesto a vari livelli, sul piano nazionale al Ministro dello Sviluppo Economico, e territorialmente proposto al Presidente della Regione Emilia-Romagna con il coinvolgimento dell’Amministrazione locale ravennate”: concludono il segretario nazionale Ugl Chimici Luigi Ulgiati ed il segretario provinciale Ugl Chimici di Ravenna Luca Michieletti.