A partire dal 2 dicembre e per tutto il mese la sala Dantesca della Biblioteca Classense sarà aperta al pubblico ogni sabato dalle 10 alle 13. Grazie all’accordo con l’associazione volontari Aclisti odv di Ravenna, infatti, la sala Dantesca, che dal 2017 è visitabile su richiesta negli orari di apertura della biblioteca, amplierà la sua fruibilità rimanendo aperta continuativamente tutti i sabati mattina. La collaborazione tra l’Istituzione Biblioteca Classense e le volontarie e i volontari Aclisti, che dura da anni e garantisce una miglior fruizione in particolare degli eventi espositivi che si svolgono in biblioteca, si arricchisce di questo ulteriore servizio.

Il monastero di Classe, sede della biblioteca, è da tempo inserito negli itinerari turistici e culturali del territorio per via della sua bellezza e per le molteplici attività che vi si svolgono. La sua antica storia rimanda al 1515, anno in cui i camaldolesi, provenienti da Classe, dove custodivano l’antichissima basilica di Sant’Apollinare, presero a risiedere stabilmente all’interno delle mura cittadine. Ebbe così avvio il lungo cantiere che portò all’edificazione della straordinaria abbazia, comprendente anche lo splendido refettorio costruito nel 1580 e usato a tale scopo fino al 1798, anno della soppressione del monastero e della cacciata dei monaci. Al suo interno possiamo ammirare ancora oggi lo splendido dipinto “Le nozze di Cana” di Luca Longhi e gli affreschi sul soffitto, opera del figlio Francesco, che accolgono visitatori e visitatrici in uno spazio memorabile, arricchito dagli stalli lignei e dal monumentale pergamo settecentesco dal quale un monaco lettore, un tempo, leggeva ai confratelli intenti a prendere i pasti.

Il refettorio divenne nel 1920 sala Dantesca, o per essere più precisi “Sala di Dante” (questa la denominazione ufficiale): in quell’anno Benedetto Croce, ministro della Pubblica istruzione, vi inaugurò le celebrazioni nazionali per il sesto centenario della morte del Poeta e la comunità ravennate scelse di dedicare lo spazio alle letture pubbliche e solenni delle opere dantesche, oltre che a conferenze ed eventi che continuano ancora oggi.