“Tra le più vantate ricchezze monumentali di cui l’amministrazione comunale di Ravenna celebri (da 33 anni) l’imminente restauro figura il Palazzo Grossi di Castiglione. Ex residenza nobiliare costruita nel 1565 dal conte Pietro Grossi sull’impianto di una fortezza, rappresenta infatti un pregevole e non comune innesto architettonico tra l’armonia rinascimentale e la robustezza delle rocche medioevali. Castello tra i più belli e interessanti della Romagna, fu utilizzato non a caso dalla signoria dell’epoca come palazzo di villeggiatura, posizionato com’è sulle anse suggestive del fiume Savio” afferma Alvaro Ancisi, Capogruppo di Lista per Ravenna. 

“Fu così che il Comune di Ravenna lo acquistò nel 1987, al prezzo di 750 milioni di lire, impegnandosi a “provvedere tempestivamente all’affidamento della progettazione delle opere e lavori occorrenti al suo pronto recupero, al fine di poterlo consegnare con sollecitudine alla popolazione di Castiglione”. Da allora appare però tristemente chiuso al pubblico e decisamente malmesso, riordinato solo nell’area esterna, dove si organizzano spettacoli e manifestazioni. Ciò non ha impedito all’amministrazione comunale di impegnarsi attivamente nell’impresa producendo via via la seguente serie di bufale.

  1. La prima, ad opera del sindaco comunista Mauro Dragoni, fu l’idea di ristrutturarlo come sede degli uffici comunali decentrati a Castiglione di Ravenna. Bastò il buon senso di Pier Paolo D’Attore, successivo sindaco DS, per collocarli la più modesta sede attuale.
  2. Sorvolando sulle bufale minori, le migliori annunciazioni furono spese, nel 2007, sull’intenzione ambiziosa di insediare a Palazzo Grossi un polo scientifico e tecnologico sul restauro. Svanito anch’esso come neve al sole.
  3. Data dicembre 2015 la proposta della Fondazione Roncalli, presentata e formulata come richiesto dall’Amministrazione comunale, di instaurarvi un centro direzionale per lo studio, l’avviamento e la gestione di progetti in campo formativo, culturale ed umanitario. L’associazione si sarebbe fatta carico della ristrutturazione integrale dell’immobile, versando al Comune un canone annuo proporzionale alla durata del contratto di locazione. Tutto garantito con fideiussione bancaria. Troppo conveniente per le casse del Comune, che non si è neppure degnato di rispondere.
  4. Il 31 marzo 2018 il recupero di Palazzo Grossi tornò in giostra arrivando settimo nella graduatoria nazionale del Ministero dell’Istruzione, primo della provincia di Ravenna, all’interno di un eventuale piano della rete scolastica che avrebbe potuto accedere ai Fondi Strutturali Europei. Nessuna nuova da allora.
  5. Poco male, perché il 10 luglio dello stesso anno il sindaco attuale firmò un protocollo con l’Agenzia del demanio, d’intesa con due ministeri e con la presidenza del Consiglio, tramite cui Palazzo Grossi fu inserito nei “Cammini e Percorsi” italiani legati “al turismo lento”, a supporto delle Ciclovie Turistiche e della Mobilità Turistica. Rimasti tutti al palo.
  6. Ma ecco che la scorsa settimana il vice-sindaco Fusignani, residente storico di Castiglione di Ravenna, ha gloriosamente comunicato ai compaesani che a Palazzo Grossi si faranno invece un centro culturale e una sala espositiva. Costeranno 6 milioni, oggi indisponibili. Saranno fatti dopo le elezioni comunali del 2021, purché gli elettori se la bevano” spiega Ancisi. 

“Bufale perché dei suddetti restauri, sempre somministrati entusiasticamente alla stampa, non si è visto un mattone, ma neppure un foglio di carta. Sconosciuti a 33 piani annuali o triennali di investimento del Comune di Ravenna, giacciono polverosi e dimenticati negli archivi dei giornali locali, emblemi di amministratori parolai” conclude Alvaro Ancisi.