Jader Giraldi abbandona la Dakar. La sesta tappa è stata troppo dura per il motociclista faentino, sorpreso dall’arrivo della notte quando ancora era in mezzo alle dune di sabbia, lontano dal traguardo. Che la sesta frazione sarebbe stata una corsa contro il tempo, purtroppo lo si sapeva. Dopo il ritiro dalla tappa precedente, la più dura della corsa, e il successivo giorno di riposo, Giraldi è partito per la sesta tappa in coda a tutto il gruppo di motociclisti. In programma un’altra porzione di gara molto dura: 860 Km, 250 di trasferimento e 610 di speciale. Al chilometro 545 Giraldi è stato raggiunto dal buio, quando ancora era in mezzo ad altissime dune. Ha provato ad avanzare per una decina di chilometri, poi, intorno alle 2 di notte, ha però deciso di abbandonare. Troppo alto il rischio per il faentino: “Dopo l’ennesima caduta la moto si è piantata in un grande buco in quelle che si chiamano dune complex, sono dune alte tre quattrocento metri che per salire hanno dei sali scendi a crescere che ti portano in cresta. Il problema è che se non sali veloce la moto non sale e quando sei sulla cime di una duna è come essere sulla cresta dell’onda, con il surf ad occhi chiusi, perché le luci della moto puntano in alto. Ho sentito di aver raggiunto il limite, l’alea,la scommessa, la parte incontrollabile del gioco era troppo alta. In termini finanziari il premio al rischio si era trasformato solo in un malus al rischio. Ho allora fatto una cosa molto semplice, ho preso il mio orgoglio, ho preso la mia vanità, ho preso il mio macismo, e li ho messi dietro al senso di responsabilità che ho per la mia vita è quella dei miei cari”.
Giraldi però vede il bicchiere mezzo pieno anche in questa sconfitta: “Ho perso con felicità, ho capito che questa gara è veramente mitica, bestiale per uomini giovani e forti. Grande stima per tutti i piloti partiti in fondo come me che hanno finito la tappa. Tre anni fa l’ho domata la Dakar, con tutte le sue difficoltà, ma quest’anno devo accettare la sconfitta. Posso così abbandonarla avendoci riprovato fino all’ultimo, avendo dato tutto, partito in fondo recuperando posizione su posizione, e non avrò mai nella mia vita un rimorso per non averlo fatto”


























































