“Ieri si è consumato l’ennesimo attacco all’attività di ricerca svolta dal progettoLIFE GREEN4BLUE. Per la terza volta a partire dal 2022, le gabbie posizionate lungo i canali per la cattura delle nutrie a scopo scientifico sono state oggetto di vandalismo, compromettendo ancora una volta il lavoro del team di progetto in attesa di catturare le ultime nutrie con cui chiudere la composizione del gruppo campione a cui inoculare l’immunovaccino GonaCon™.

Gli animali catturati vengono infatti trasferiti in spazi allestiti ad hoc per il loro benessere, dove trascorrono un periodo di quarantena per accertarne le condizioni sanitarie e poter procedere quindi con la somministrazione del vaccino. Un’attività la cui rilevanza scientifica è stata riconosciuta non solo dal programma europeoLIFE Nature and Biodiversity che sta cofinanziando il progetto, ma anche dal Ministero della Salute che ha approvato l’utilizzo sperimentale del vaccino, e che nel 2022 ha istituito un fondo con una dotazione di euro 500.000 per l’introduzione in Italia del GonaCon™ per l’utilizzo su cinghiali e altre specie di fauna.

Il vaccino che LIFE GREEN4BLUE deve sperimentare, infatti, costituisce una possibile risposta non cruenta ai metodi oggi in uso per contrastare la diffusione di questa specie aliena invasiva che è arrivata in Italia per mano dell’uomo, e ha ormai colonizzato molti dei nostri territori – così come di altri paesi europei – in virtù delle sue capacità riproduttive e della mancanza di antagonisti.

La sua dannosità per la biodiversità locale e l’integrità degli habitat di pianura, così come per le attività dell’uomo, è stata ampiamente dimostrata dal mondo della ricerca ed è sotto gli occhi di tutti. La nutria è considerata infattiuna delle 100 peggiori specie aliene invasive al mondo e una delle 10 specie con il maggiore impatto sui servizi ecosistemici, tanto dannosa da aver causato solo nel 2014, ultimo anno di monitoraggio regionale sulla specie, un totale lordo di danni per € 173.976,09.

L’atteggiamento di chi ritiene di dover a tutti i costi tutelare la diffusione di questa specie sui nostri territori in nome della salvaguardia della loro vita non ha quindi nessuna giustificazione scientifica o etica.

Non a caso, infatti, LIFE GREEN4BLUE – di cui Legambiente Emilia-Romagna è partner insieme a Consorzio della Bonifica Renana (capofila) e Università di Bologna (DISTAL e DIMEVET) – ha avviato da tempo un confronto con le più importanti associazioni animaliste del paese – LAV e OIPA – proprio per scambiare obiettivi e buone pratiche a tutela dell’ambiente e della salute degli animali, e la distruzione di ben 67 gabbie dal febbraio 2022 od oggi (di cui 44 cofinanziate dal progetto stesso e le altre messe a disposizione dal Consorzio della Bonifica Renana) non può che essere considerato un atto vandalico privo di argomentazioni sostenibili, con una precisa responsabilità per il danneggiamento di beni aggravato anche da minacce come quelle lasciate a febbraio dello scorso anno che titolavano«I prossimi sarete voi».

Nei confronti degli autori di tali vandalismi a nulla sembra valere la regolare proposta di eventi di informazione, o lo sforzo comunicativo fatto anche in prossimità delle gabbie con cartelli che evidenziano la finalità della cattura e la necessità del controllo di questa specie aliena invasiva.

La diffusione delle nutrie, infatti, è ormai fuori controllo, e l’insufficienza dei metodi finora individuati dalla Legge per la riduzione della loro numerosità è condivisa da tutti gli esperti ed operatori del settore. Per questo è importante lasciare che le sperimentazioni scientifiche per l’adozione di strumenti più efficaci e metodi non cruenti come quella attuata dal progetto LIFE GREEN4BLUE possano fare il loro corso.

Ma è altresì importante ricordare che anche l’attuazione dei piani di controllo vigenti e l’utilizzo degli unici strumenti oggi a disposizione (cattura e abbattimento), hanno un obiettivo coerente con la tutela degli habitat naturali, perché sono finalizzati alla diminuzione della popolazione locale di nutrie e alla raccolta di dati sulla sua composizione. Per questa ragione sono ritenuti un servizio di pubblica utilità e l’intralcio al loro svolgimento è punibile ai sensi dell’art. 340 del codice penale.

È necessario quindi che i cittadini acquisiscano piena consapevolezza delle conseguenze dell’interazione tra specie autoctone e specie alloctone, e comprendano quanto sia importante tutelare le specie animali e vegetali autoctone tipiche dei nostri territori dalla minaccia quotidiana delle specie aliene invasive.

I partner di LIFE GREEN4BLUE sono a disposizione di chiunque voglia approfondire il tema, e invitano gli amministratori locali e i cittadini a condividere le loro esperienze e le problematiche locali, così da valutare la possibilità di esperienze pilota con utilizzo dell’immunovaccino anche sui loro territori.”