“Nel corso dell’incontro avuto a Bruxelles con i commissari europei, insieme agli altri rappresentanti delle principali organizzazioni agricole europee, è emersa con chiarezza l’assenza di qualsiasi apertura rispetto alle richieste avanzate sul futuro del bilancio agricolo europeo”.
È quanto afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini dopo il confronto con i membri della Commissione Ue avuto al termine della grande mobilitazione che ha portato a Bruxelles migliaia di agricoltori Coldiretti che hanno manifestato in maniera pacifica. Più di 250 quelli giunti da tutta l’Emilia-Romagna con una corposa delegazione partita dal Ravennate insieme al Presidente Nicola Dalmonte e al Direttore Assuero Zampini.
“La Commissione continua a sostenere che le risorse per l’agricoltura siano già state stanziate e che debbano essere reperite dagli Stati membri attraverso i fondi di coesione”, spiega Prandini. “Una posizione ribadita in particolare dal commissario europeo al Bilancio Piotr Serafin, che conferma una visione profondamente sbagliata: le risorse destinate alle aree rurali non possono essere automaticamente considerate risorse per l’agricoltura”.
Secondo Prandini, “molti di questi fondi, gestiti anche nell’ambito delle politiche di coesione, finanziano interventi che riguardano altri settori – dalle infrastrutture alle reti digitali – e non sono quindi finalizzati esclusivamente al comparto agricolo”.
“Ancora più grave – prosegue il presidente di Coldiretti – è la scelta politica che emerge dall’impostazione complessiva del bilancio europeo, che prevede un taglio di circa 90 miliardi di euro in un momento storico in cui altri grandi attori globali, a partire dagli Stati Uniti e dalla Cina, stanno invece aumentando gli investimenti pubblici nei settori strategici”.
Prandini richiama inoltre le responsabilità politiche della Commissione: “Cinque anni fa una visione analoga, promossa dalla stessa Commissione, ha contribuito a indebolire pesantemente un comparto strategico come l’automotive europeo. Ripetere oggi lo stesso errore con l’agricoltura sarebbe inaccettabile. Colpire l’agricoltura – sottolinea – significa non solo danneggiare l’economia europea, ma anche mettere a rischio la salute dei cittadini, favorendo l’aumento delle importazioni di prodotti alimentari da Paesi che non garantiscono gli stessi standard ambientali e sanitari.
Preoccupano infine, “le questioni relative ai controlli: oggi nell’Unione Europea viene verificata solo una minima parte delle produzioni importate, una percentuale che non può rappresentare una garanzia sufficiente per i consumatori”.
“Alla luce di questo scenario – conclude il presidente di Coldiretti – è necessario che le istituzioni nazionali siano pienamente consapevoli del rischio che si sta delineando. La Commissione non intende mettere nuove risorse sull’agricoltura e spinge verso un confronto diretto tra i ministri nazionali e i diversi settori che attingono ai fondi di coesione, aprendo un conflitto che rischia di penalizzare gravemente il mondo agricolo. Serve un cambio di rotta immediato: l’agricoltura è un settore strategico per l’Europa e deve essere trattata come tale”.


























































