Sabato 12 marzo 2022 alle ore 18:30 presso lo spazio espositivo Pallavicini22 Art Gallery in Viale Giorgio Pallavicini 22 a Ravenna, inaugura “Luminosità misteriosa”, una mostra personale di Verdiano Marzi patrocinata dal Comune di Ravenna Assessorato alla Cultura e dall’ Accademia di Belle Arti di Ravenna che rimarrà allestita fino a sabato 2 aprile e sarà aperta al pubblico dal mercoledì al sabato dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 17:00 alle 20:00. Sarà possibile visitare la mostra anche in altri orari, contattando pallavicini22.ravenna@gmail.com. Per accogliere i visitatori in sicurezza, l’ingresso in Pallavicini 22 Art Gallery sarà regolato in conformità alle disposizioni ministeriali.

La mostra

Questa mostra, organizzata dallo spazio espositivo Pallavicini 22 Art Gallery in collaborazione con l’Archivio Collezione Ghigi-Pagnani e curata da Roberto Pagnani con un testo critico di quest’ultimo in catalogo, si inserisce nel progetto dedicato a “8 Maestri contemporanei: l’evoluzione del pensiero musivo a Ravenna”.

L’artista Verdiano Marzi, cittadino della Repubblica di San Marino che oggi vive e lavora in Francia, presenterà un proprio ciclo di opere musive in una esposizione che dedica alla città di Ravenna. Le sue sono opere gioiose, messaggere di sensazioni positive, dove domina il colore. Grazie al forte impatto cromatico, danno e plasmano le forme delle emozioni da astratte a materiche. Grandi lastre di tessere di mosaico riempiono le campiture dei suoi lavori, avvolgendo figure sognanti, realizzate con tessere più piccole e contenute. Sono, a volte, sculture e a volte pannelli e, insieme, concorrono sempre verso una luce festosa per la vista.

L’Artista

Verdiano Marzi nasce nel 1949 a Ravenna. Una maestra elementare, notando la sua predisposizione per le scienze naturali e il disegno, consiglia ai genitori di iscriverlo all’Istituto Statale d’Arte per il Mosaico. Seguono sei anni intensi di apprendimento presso i maestri mosaicisti ravennati: Sergio Cicognani, Giuseppe Ventura, Ines Morigi Berti e Antonio Rocchi. Così, dall’età di undici anni, le tessere non lo abbandoneranno più al fine di creare il mosaico della sua vita. 

Dalla maestra ai maestri: essenziali gli incontri con lo scultore Giò Pomodoro, poeta della forma e amante della materia e col mosaicista Renato Signorini, meditativo, dalla gestualità controllata.

Stabilitosi in Francia dal 1973, incontra Riccardo Licata, docente di mosaico a Parigi, col quale condivide una curiosità insaziabile.

In Francia esegue commissioni pubbliche a mosaico (in una stazione della metropolitana automatica di Lille, all’Istituto tecnico di Bourgoin-Jallieu nell’Isère e alla Scuola media Villars di Denain). Fra le tante esposizioni, si ricordano la sua prima personale organizzata alla Biennale di Venezia nel 1986, dove tornerà al Padiglione di San Marino in occasione della Biennale nel 2011, e a Ravenna durante RavennaMosaico 2013. Nel 2011 partecipa alla Quarta Biennale di Mosca, nella sezione Progetti speciali con un architetto russo e, nel 2014, la Retrospettiva 1965-2014 presenta le sue opere al Museo dell’Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo.

Docente accorto e appassionato, ha insegnato per trentasette anni nel laboratorio di mosaico del Comune di Bagnolet, nella periferia parigina dove risiede, e per vent’anni in quello del museo del Louvre da lui creato nel 1994. Ha girato il mondo per insegnare mosaico, da Dharamsala in India con i bambini tibetani in esilio, a Mosca, a Bastelica in Corsica. È un insegnante premuroso e un consulente apprezzato della Maison de la Mosaïque Contemporaine di Paray-le-Monial nella Borgogna, del museo dell’arte per i bambini di Hamada in Giappone e della Chicago Mosaic School.

Dal restauro alla copia, dal cantiere al cavalletto, dal cartone pittorico alla ricerca personale, lavora sempre con un desiderio acceso. Del mosaico vuole conoscere tutto e per quanto dia spazio e pratichi disegno, collage, incisione, acquarello, arazzo, scultura in bronzo o in vetro, gioielli (talvolta vissuti come momenti di distensione o, perché no, come esercizi di stile), sempre al mosaico ritorna, come casa irrinunciabile.

Per una sorta di equilibrio misterioso e sottile o semplicemente per motivi di lavoro, per commissioni pubbliche, lezioni e corsi in varie realtà stimolanti, va e ritorna anche allo studio della cittadina di Bagnolet nella periferia di Parigi, tuttora capitale culturale e artistica incandescente.

Da una materia all’altra, dalla luce all’ombra, dal corpo liscio alla superficie anomala, da una particella all’altra, è come se fosse spinto dal noùs di Anassagora, la “forza” che “produce la realtà a partire dai suoi elementi originari”.