Ieri la sensazione di un vortice spazio temporale che ci aspira inesorabilmente verso il passato era incredibilmente forte. Roba da fantascienza pulp di altri tempi. Che purtroppo, invece, si concretizza in una realtà tutt’altro che di invenzione. C’è guerra e clima di guerra proprio come cent’anni fa. E c’è inflazione e crisi proprio come cent’anni fa. E poi, proprio ieri, c’è stato un grande sciopero dei lavoratori. Come cent’anni fa. E, sempre ieri, il padrone ha minacciato repressione contro chi sciopera, proprio come cent’anni fa. Lo riferisce il Sindacato Generale di Base (SGB) in un comunicato inviato alla stampa:

«Mentre era in corso lo sciopero generale contro la guerra, contro un’economia di guerra pagata dai lavoratori, mentre molti di noi partecipavano alla manifestazione di tutti i sindacati di base a Bologna, al presidio difronte alla Marcegaglia, autorizzato dalla Questura, i nostri delegati che invitavano i lavoratori allo sciopero sono stati minacciati di licenziamento dal responsabile di Europa System. La minaccia per tutti gli scioperanti è stata il blocco dei badge e l’espulsione dallo stabilimento perché “non graditi” dalla Marcegaglia (che ne avrebbe richiesto i nominativi)». Dallo scorso 1° di giugno Europa System ha sostituito LB Coop nella gestione dell’appalto all’interno dello stabilimento di Marcegaglia di Ravenna. Ricordiamo che in Marcegaglia il lavoro in appalto non è eccezione ma norma nello stabilimento ravennate della multinazionale dell’acciaio.

Sempre ieri, proprio come cent’anni fa, si sono susseguite notizie di gravi infortuni e morti su lavoro. Spicca il diciassettenne bruciato assieme ad un altro operaio mentre era in alternanza scuola lavoro a Merano. E poi due morti in Romagna vicinissimi a noi. Un lavoratore è stato schiacciato dal movimento di un camion in un’azienda di trasporti nei pressi di Imola. Un altro lavoratore è stato schiacciato da un trattore nei pressi di Cesena. Ancora ieri era stato dichiarato lo stato di agitazione e le sirene dei rimorchiatori avevano suonato per la protesta dichiarata dopo la morte di cinque marittimi nell’affondamento, il 18 maggio, di un mezzo che trainava un pontone.

Sempre ieri, come ricorda SGB nel suo comunicato, sono decorsi 52 anni dallo Statuto dei Lavoratori, la legge n.300 del 20 maggio 1970. Mezzo secolo dunque.

Come Ravenna in Comune abbiamo aderito alla proposta di un percorso di lotta per contrastare l’assalto continuo ai diritti conquistati a caro prezzo dalle lavoratrici e dai lavoratori. Sicurezza, contratti, relazioni sindacali, tutto è messo in discussione dalle organizzazioni del padrone. Purtroppo, potendo contare a volte sull’appoggio implicito ma anche esplicito delle rappresentanze istituzionali. Né si possono negare ambiguità di parte dello stesso mondo sindacale.

Ravenna in Comune chiede a chi rivendica il titolo di rappresentare la cittadinanza e le lavoratrici e i lavoratori di manifestare solidarietà esplicita con chi ha subito minacce nel giorno dello sciopero. Riteniamo che sia un primo fondamentale passo in quanto, senza dar loro concretezza schierandosi dalla parte dei lavoratori, non c’è patto per il lavoro, proclama, ricorrenza e osservatorio che possa di per sé produrre qualche risultato. Nella sola Marcegaglia di Ravenna sono morte due persone in seguito ad analoghe dinamiche durante il loro turno di lavoro. Lorenzo il 7 aprile 2014, Bujar il 15 luglio 2021. In meno di un anno sono precipitate, una dietro l’altra, quattro enormi pinze per il sollevamento che, a loro volta, avrebbero potuto essere causa di almeno altrettante morti.

Senza lotta non ci sono diritti. Senza lotta non c’è sicurezza. Proprio come cent’anni fa.