“A Ravenna c’è una grave emergenza sul fronte abitativo. Che invece di andare a diminuire, in realtà, cresce sempre di più. Eppure Ravenna è record italiano per consumo di suolo. Grazie alla normativa regionale che raccontava di fermare le costruzioni, le nuove lottizzazioni sono letteralmente esplose. Senza riguardo alcuno alle aree andate sotto con l’alluvione. Senza riguardo alcuno alla indispensabilità di aumentare la permeabilità dei terreni. Si costruisce dovunque e dovunque è stato dato il via libera dalle Giunte de Pascale. Non andrà meglio con Barattoni. Intanto perché il nuovo PUG, il piano urbanistico generale, deve ancora ottenere l’approvazione definitiva. L’aspetta dal 2017, ossia da quando la legge regionale n. 24 lo aveva richiesto. E poi perché anche quando sarà in vigore ci saranno da smaltire autorizzazioni per complessivi 700 ettari di nuove impermeabilizzazioni. Da aggiungere ai 7.534 ettari già cementificati.

Come può essere allora che manchino case quando se ne continuano a costruire nonostante ci siano 30mila (30mila!) abitazioni vuote (più del 28% dell’accatastato residenziale)? Secondo il Sunia nel 2024 a Ravenna sono stati sfrattati 237 nuclei famigliari e altri 477 hanno ricevuto l’atto che preannuncia che dovranno liberare l’alloggio alla scadenza del contratto. Nella stragrande maggioranza dei casi manca un reddito che consenta l’acquisto di un alloggio e pure la disponibilità economica per sostenere il costo di un canone di affitto ai prezzi nel frattempo incrementati. In attesa dei dati di quest’anno, lo scorso anno si è registrato un incremento degli sfratti dell’11,27%. E per chi riesce a conservare la casa viene considerato “normale” destinare più del 40% del reddito all’affitto.

La destinazione crescente degli alloggi da affittare limitatamente alle fattispecie a breve e brevissimo termine e la destinazione di immobili vuoti all’investimento senza contemplare un uso ma solo una successiva rivendita sono importanti fattori di esclusione di case dalla possibilità di alloggio. Vi è poi una crisi non casuale del patrimonio edilizio pubblico, in diminuzione complessiva, reso sempre più indisponibile per l’aliquota disponibile per il problema manutentivo, e con crescenti difficoltà nella sostituzione di quanto forzatamente dismesso.

Questi sono i problemi da affrontare e risolvere con una incisiva azione dell’Amministrazione pubblica. E invece il PD, per bocca del Presidente della Regione ed ex Sindaco di Ravenna cerca soluzioni in un ulteriore allentamento dei vincoli costruttivi. Aveva già fatto promesse in campagna elettorale («Dobbiamo lavorare su alcuni elementi di deroga»). Ora, al giornalista (che prende le parti dei costruttori) secondo cui «costruire a volte è un incubo. Le norme sono le vostre», replica con un pronto: «Agiremo» Più pubblico finalmente? Neanche per sogno! La soluzione secondo de Pascale sono i grattacieli: «Mettiamo un po’ in discussione il tema dell’altezza, possiamo mettere in moto questo meccanismo. Serve un’urbanistica intelligente. L’altezza non sia un tabù».

Non è questa la strada. Come Ravenna in Comune in campagna elettorale abbiamo proposto di iniziare ad affrontare il gravissimo problema così:

«Proponiamo di avviare la costruzione e il recupero, anche attraverso progetti di risanamento e autocostruzione che coinvolgano i destinatari, di almeno 500 alloggi di edilizia residenziale pubblica entro fine mandato, sfruttando anche i finanziamenti del PNRR e regionali: case popolari energeticamente efficienti, destinate a giovani precari, famiglie monoreddito, anziani soli. Mappatura e recupero degli immobili sfitti o abbandonati: il Comune acquisirà, tramite accordi, edifici inutilizzati per ristrutturarli e assegnarli in affitto calmierato. Introduzione dell’agenzia comunale per l’affitto: un servizio che fa da intermediario garantito tra piccoli proprietari e inquilini a basso reddito, offrendo incentivi fiscali ai proprietari che accettano di affittare a canone concordato. Questo permetterà di calmierare il mercato degli affitti, oggi proibitivi in alcune zone. Inoltre, nessuno deve finire in strada: rafforzeremo il servizio di mediazione anti-sfratto, aiutando gli inquilini morosi incolpevoli a trovare accordi coi proprietari (con il Comune pronto a contribuire economicamente ai debiti accumulati, in cambio del mantenimento dell’affitto). Per le situazioni di emergenza estrema, realizzeremo strutture abitative temporanee dignitose (non dormitori sovraffollati, ma mini-appartamenti o co-housing assistiti) dove accogliere famiglie sfrattate in attesa di sistemazione stabile».

Lasciamo perdere i grattacieli e le speculazioni che servono solo i lottizzatori. Ravenna non ha bisogno di correre dietro al modello Milano di PD & architetti & costruttori compagni di merende. La casa è un diritto fondamentale e va attuato con serietà e rispetto per la cittadinanza ed il territorio comunale. A Ravenna mancano case dal costo abbordabile non grattacieli!”