“Ravenna in Comune ha aderito al Coordinamento per una libera informazione che ha organizzato già quattro incontri sul tema, appunto, della libera informazione. L’ultimo, su una ferita ancora aperta e sanguinante, era stato sulla detenzione di Julian Assange. Un caso di eroismo estremo di fronte agli enormi rischi in cui incorre chi svolge un’attività così fondamentale per la democrazia. Un caso noto che ne rappresenta di meno noti. Anche in Italia vi sono veri e propri casi di eroismo in cui, pur di dare un’informazione corretta, non si arretra di fronte a minacce, intimidazioni e oltre. Si tratta ad esempio di quanti mantengono un faro acceso sulla criminalità organizzata e sulla corruzione. Come scrive del nostro Paese l’organizzazione Reporter senza frontiere, che ogni anno stila la classifica della “libertà di stampa”, «sono sistematicamente minacciati e sottoposti a violenze fisiche per il loro lavoro investigativo. Le loro auto e le loro abitazioni sono colpite da incendi dolosi. Vengono orchestrate campagne di intimidazione online contro di loro. Ad oggi si conta almeno una ventina di giornalisti che vivono sotto protezione 24 ore su 24 dopo essere stati oggetto di intimidazioni e aggressioni». Della libera informazione in Italia RSF tratteggia questo quadro: «A causa della crisi economica, i media nel loro complesso dipendono sempre più dagli introiti pubblicitari e dai sussidi statali e la carta stampata deve confrontarsi con il continuo calo delle vendite. Il risultato è una crescente precarietà che mina pericolosamente il giornalismo, il suo dinamismo e la sua autonomia». Di fronte a problemi come questi, quella dell’eroismo non è l’unica risposta, ovviamente. Denuncia così RSF che i giornalisti italiani «a volte cedono alla tentazione di autocensurarsi, sia per conformarsi alla linea editoriale della loro testata giornalistica, sia per evitare una causa per diffamazione o altra forma di azione legale, sia per paura di rappresaglie da parte di gruppi estremisti o della criminalità organizzata».
Come Ravenna in Comune siamo molto soddisfatte e soddisfatti dell’interesse suscitato dal ciclo di incontri sin qui tenuto. Il Coordinamento ne ha programmato un quinto che si terrà mercoledì prossimo, 27 marzo, alle ore 20.45, presso la Sala Ragazzini di Largo Firenze. Il tema è quello della Palestina, che bene si presta, non solo per l’estrema attualità ma anche perché esemplifica, in forma macroscopica, il livello degli ostacoli frapposti dal sistema mediatico in senso ampio alla possibilità che la collettività riceva un’informazione non distorta su quanto sta accadendo e sul contesto in cui si realizza. Basta pensare al ritorno incessante in ogni servizio filmato o scritto “all’attacco di Hamas del 7 ottobre”, come se ogni problema in Palestina sia sorto solo da poco più di 5 mesi. O, per fare un altro esempio, alla ricorrente ripetizione del ritornello per cui gli oltre 100mila tra morti e feriti palestinesi sarebbero un effetto indesiderato dell’esercizio del diritto di Israele alla “legittima difesa” contro Hamas che si farebbe scudo della popolazione civile. O, ancora, alla negazione feroce del termine “genocidio” nonostante la Corte di Giustizia Internazionale abbia ritenuto talmente concreto il rischio che un simile efferato crimine possa essere portato a termine da adottare misure cautelari nei confronti dello Stato di Israele.
E proprio all’uso di quest’ultimo termine si richiama il titolo dell’incontro mercoledì: “A fianco di un popolo, per la libertà. Un genocidio che ci riguarda”. Avremo la possibilità di ascoltare una testimonianza dalla viva voce di Yousef Hamdouna, palestinese, responsabile dell’ONG EducAid per la Striscia di Gaza. Di seguito il comunicato: «Una voce libera che ci racconterà quello che realmente succede in quella striscia e le enormi sofferenze della popolazione civile vittima innocente di una feroce aggressione israeliana. Il Coordinamento per una libera informazione è a fianco del popolo palestinese che da decenni lotta per la sua libertà e denuncia il fatto che questo orribile genocidio riguarda tutti, perché nessuna sanzione è stata fino ad oggi presa contro Israele e contro il governo di Netanyahu. Come se non bastasse il nostro Paese, obbedendo agli ordini americani e della UE – che è la loro portavoce in Europa – continua a stare a fianco di Israele, partecipando anche alle operazioni militari nel Mar Rosso. Introdurrà la serata Paolo Secci mentre Luca Dubbini, del “Coordinamento Palestina LibeRa”, dialogherà con Yosef Hamdouna».
Ravenna in Comune invita la cittadinanza alla partecipazione, ricordando che la libera informazione è talmente temuta da aver causato a Gaza, dall’assalto dell’Esercito Israeliano, il deliberato assassinio di un centinaio di giornalisti, nonché la detenzione e la tortura di loro colleghi, proprio per evitarla. Ci auguriamo che l’appena intervenuta risoluzione del Consiglio di Sicurezza per un cessate il fuoco immediato sia effettivamente eseguita.”
Ravenna in Comune