“Il 1° maggio non è mai stata per noi una mera celebrazione, è sempre stata la festa della dignità del lavoro e dell’orgoglio delle lavoratrici e dei lavoratori.

Spesso è stata la celebrazione di vittorie importanti con grandi cortei in molte città, in cui in maniera collettiva si affermava la consapevolezza di un’appartenenza a una classe ben precisa. C’erano valori chiari e netti che passavano attraverso le grandi e piccole lotte per i diritti e il posto di lavoro.

Ma il capitale e il liberismo hanno stravolto tutto negli ultimi anni con la complicità del potere politico asservito (compresa certa falsa sinistra come il PD nostrano) e con l’abdicazione dal proprio ruolo del sindacalismo confederale.

Da anni si fanno leggi con l’obiettivo preciso di precarizzare e “balcanizzare”  al massimo il mondo del lavoro. Non parliamo poi dei salari fermi da 20 anni, che pongono l’Italia agli ultimi posti in Europa, o del salario differenziato del lavoro femminile.

Per i giovani nessun futuro e prospettiva, anzi si vuole che accettino supinamente qualunque salario e orario senza discutere, con anche gli stage di alternanza scuola-lavoro per gli studenti parte di questo progetto. E se si ribellano è pronta la litania via stampa che conosciamo bene: “non troviamo personale.. i giovani non hanno voglia di lavorare e preferiscono il divano e il reddito di cittadinanza”.

VERGOGNATEVI, voi volete solo “schiavi ubbidienti e silenti”.

Un altro terribile capitolo riguarda poi la “guerra quotidiana” contro le lavoratrici e i lavoratori rappresentata da infortuni e omicidi sul lavoro.

Nel 2021, in Italia, in base alle denunce all’Inail, i morti di lavoro sono stati 1.221, oltre 555 mila gli infortuni. Nel primo bimestre di quest’anno i primi sono aumentati del 9,6% e i secondi del 47,6%.

A Ravenna una settimana fa un altro lavoratore morto in un cantiere in autostrada si aggiunge al già triste e lungo elenco di quest’anno.

A Marcegaglia continuano a cadere pinze pesanti alcune tonnellate (4 in un anno) e ricordiamo come in questa fabbrica Il 15 luglio 2021 Bujar Hysa, 63 anni, sia morto schiacciato da un coil.

Sono solo alcuni episodi di ciò che quotidianamente, e ripetiamo quotidianamente, avviene al porto, in edilizia, in agricoltura, nella logistica, insomma in tutte le attività produttive.

Ma anche qui “bisogna aiutare il profitto non disturbando la ripresa e le aziende”: leggi compiacenti, pochi  controlli anche attraverso tagli al personale addetto e finti e inutili palliativi come l’Osservatorio per la sicurezza e legalità locale di cui abbiamo parlato criticamente innumerevoli volte.

Noi come Potere al Popolo chiaramente non ci rassegniamo a questo stato di cose e a questa impostazione di società e futuro.

Occorre superare quell’isolamento e frammentazione in cui oggi ci hanno spinto e in cui il liberismo e il capitale spadroneggiano.

Occorre ricominciare a riportare al centro valori come solidarietà e uguaglianza con una nuova stagione di lotte e rivendicazioni che partano dal basso, dai luoghi di lavoro e di studio.

Molto c’è da fare, a cominciare da un salario minimo di almeno 10,00 euro orari, da leggi serie come quella contro le delocalizzazioni e quella contro gli omicidi sul lavoro e sulla sicurezza (proposte di leggi che abbiamo presentato in Parlamento).

Bisogna intervenire con un sistema formativo serio e sul valore dei salari per arrivare a cancellare, depotenziandola, come hanno fatto in Spagna, tutta la miriade di forme di contratto  precarizzanti usate per il massimo sfruttamento.”