Quasi l’80% delle imprese cooperative romagnole ritengono che la trasformazione digitale sia un elemento positivo per la propria crescita, ma solo 3 su 10 hanno un responsabile che si occupa specificamente del tema. E le aziende del territorio che cercano figure specializzate nell’IT faticano comunque a reperirle. Sono solo alcuni dei dati emersi dal seminario “Transizione digitale ed energetica: innovazione e sviluppo, tra nuove collaborazioni e progettualità”, promosso nei giorni scorsi da Legacoop Romagna e Federcoop Romagna per illustrare le opportunità e le iniziative avviate a supporto delle cooperative associate.

“Tutti abbiamo consapevolezza di come l’evoluzione digitale sia in atto e che serve adeguarsi e attrezzarsi – osserva Paolo Lucchi, presidente di Legacoop Romagna -. Ma il mondo dell’impresa è ancora in ritardo, ed è necessario accelerare l’adeguamento. L’innovazione digitale ci sta già travolgendo, sta creando disuguaglianze fra le imprese e fra le persone. Come mondo cooperativo vogliamo smettere di subirla e provare a difenderci”.

Per questo Legacoop Romagna ha avviato strette collaborazioni con l’Università di Bologna e con il Distretto dell’informatica romagnolo-Dir (di cui è anche componente del Comitato di garanzia). Nasce così il progetto delle cooperative di dati, ossia della gestione dei dati in forma cooperativa. Una soluzione per tutelare dati di singoli e imprese, e per condividere e distribuire equamente il valore aggiunto prodotto dall’uso dei dati, che oggi sono in mano a corporation e multinazionali fruttando loro enormi profitti. “Le cooperative di dati sono strumenti di autodifesa che partono dai principi di mutualismo da cui è nata la cooperazione”, evidenzia Lucchi. E’ il neomutualismo digitale: le cooperative di dati aggregano dati dei soci (singoli o imprese) e li elaborano per creare valore, non solo monetario.  Si basano su logica non predatoria, bensì di cooperazione, generando valore aggiunto e fiducia, visto che i soci hanno sempre il controllo quali-quantitativo dei loro dati.

Altro obiettivo di Legacoop Romagna è aiutare le cooperative associate a riallineare la manodopera all’evoluzione delle nuove tecnologie, individuare opportunità di sviluppo e innovazione e fare network. “Il 60% delle professioni di oggi non esistevano nel secondo dopoguerra, e i nostri figli e nipoti faranno lavori che non esistono oggi – ricorda il presidente -. La trasformazione digitale significa cambiare tutti i processi aziendali in funzione delle tecnologie e dobbiamo lavorare con rapidità: ce la giochiamo sulla capacità di formare e attrarre giovani con competenze IT, che già oggi sono in numero nettamente inferiore a quelli che servirebbero, e su un utilizzo migliore dei talenti interni. Il 30% delle cooperative ha un responsabile IT: sono patrimonio straordinario da tutelare”.