Semaforo verde dalla Conferenza Stato – Regioni al Bonus per l’imprenditoria femminile in agricoltura con un fondo rotativo da 15 milioni di euro per garantire mutui a tasso zero per le donne che sono imprenditrici agricole o che lo vogliono diventare.

Coldiretti Donne Impresa, il ‘movimento rosa’ dell’Organizzazione agricola,  plaude all’approvazione di questa “misura concreta che favorisce gli investimenti al femminile nel settore primario, dove una impresa su tre è donna”. “Grazie all’impegno del Ministero, di Ismea e della nostra associazione – commenta Laura Cenni, Delegata provinciale di Coldiretti Donne Impresa – ora abbiamo a disposizione uno strumento utile al ricambio generazionale in agricoltura ed un supporto economico concreto alle politiche di incentivazione dell’imprenditoria femminile in agricoltura.

Le aziende condotte da donne in Emilia Romagna sono oltre 12.000, su un totale di 56.300. Tra queste, sulle colline di Riolo Terme, c’è proprio quella di Laura Cenni, uno dei più importanti allevamenti di razza bovina romagnola nel quale lavorano anche le sue giovani figlie, Angelica e Fabiana.

“Le donne ci mettono cuore, testa e passione – commenta la Delegata provinciale del movimento – ed è necessario che queste energie, dalle quali spesso scaturiscono nuove idee innovative in termini di sostenibilità agricola ed ambientale – non vadano sprecate, bensì incentivate con provvedimenti come quello appena licenziato dalla Conferenza Stato-Regioni”.

L’imprenditoria agricola femminile è il settore che, assieme a quello degli under 40, ha maggiormente beneficiato dagli effetti della legge di orientamento (la numero 228 del 18 maggio 2001) fortemente sostenuta da Coldiretti, che ha di fatto rivoluzionato l’attività d’impresa nelle campagne italiane aprendo nuove opportunità occupazionali. La presenza innovativa delle donne è infatti più diffusa nelle attività connesse a quella agricola come la trasformazione dei prodotti, il settore dell’agribenessere, le fattorie sociali, il recupero di antiche varietà autoctone, proprio come fa da decenni Laura nel suo allevamento, attività che ha contribuito a salvare dall’estinzione la bovina romagnola.