Inaugura martedì 8 luglio alle 18, con partenza dalla Pro Loco di Sant’Alberto (Via Bartolo Nigrisioli, 129, Sant’Alberto, RA), la mostra fotografica diffusa “Sant’Alberto: il paese dei poeti. Un legame d’acque e di rime da Dante a lord Byron, da Giovanni Pascoli a Olindo Guerrini e Francesco Talanti” di Giampiero Corelli. All’inaugurazione sono invitati i cittadini e la stampa.

Attraverso 19 gigantografie dal carattere onirico disposte lungo via Olindo Guerrini fin oltre il traghetto sul Reno, Corelli reinterpreta i grandi poeti che hanno amato, vissuto o attraversato il borgo immerso nel Parco del Delta del Po e suo paese natale. E lo fa con i volti e i corpi delle persone che oggi lo vivono – dagli anziani della Casa Residenza Don Zalambani alle nuove generazioni di bambini santalbertesi – in uno sforzo collettivo che ha coinvolto le tante realtà del territorio. Con il carattere di galleria a cielo aperto, la mostra resterà visibile fino a ottobre.

Sant’Alberto, formatasi attorno alle acque, tra il Po di Primaro e le valli di Comacchio, tra il Lamone e il Reno, in quello scorrere liquido è stato incrocio di lavoro duro e di pellegrinaggi verso Roma (la via Romea), di ascolti oziosi e di attese, di passaggi di merci su ponti mobili e di silenzi di una natura sospesa; di giochi di giovinezza attorno ai canali e poi di nostalgia. Il tempo della vita contadina, spesso ruvida, su quei terreni via via strappati alle acque ha fatto suoi molti poeti attraverso i secoli: per nascita, per elezione, per gusto, per accoglienza. Figlio di Sant’Alberto, Giampiero Corelli ha frequentato quest’aura fin dall’infanzia, e ora l’obiettivo della sua macchina fotografica ci restituisce profumi, memorie e persone, quasi apparizioni magiche, al tempo stesso fuori dalla storia, e in quella, come si deve, ben radicate.

Corelli nei suoi scatti si ispira a Olindo Guerrini (“O caro fiumicel del mio paese / Tu solo m’hai fatto diventar poeta”), a Francesco Talanti, che qui nacque nel 1870 e tradusse anche in dialetto romagnolo la Commedia. Poi, Giovanni Pascoli, discendente di un fattore dei conti Guiccioli, che passò qui qualche tempo in quiete; lo stesso Byron che si invaghì proprio di Teresa Gamba sposa del conte Guiccioli e dovette passare da queste parti a cavallo. E per ultimo Dante che nel V canto dell’Inferno incontra Francesca da Polenta collocandola “dove ’l Po discende / per aver pace co’ seguaci sui”.

Il progetto di Giampiero Corelli, patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna, dal Comune di Ravenna e dal Parco del Delta del Po, è stato possibile grazie a uno sforzo della comunità santalbertese tutta. Hanno collaborato il consiglio territoriale di Sant’Alberto, Prospettiva Dante, Cassa di Ravenna, cooperativa sociale Don Zalambani, Erminia Talanti aps, Pro Loco di Sant’Alberto, Agrisfera, Atlantide, AmaParco, Terre Cevico, supermercato Conad di Gasperoni Angelino, Cear, Rosetti Marino, Associazione Amici di Olindo Guerrini, Società Operia di Sant’Alberto, Santalbirra, Cotekinoffroad, Azienda Agricola Travasoni Gianfranco. Si ringraziano inoltre Florian e Orlando ‘Biffi’ Rambelli del traghetto di Sant’Alberto, Domenico e Filippo Barbieri, Massimo Errani, Domenico De Martino e Vitaliana Pantini.