“Il programma del Partito Comunista (PC) è assai chiaro, una cornice di lavoro ben definita. Per modellare una Ravenna solidale, equa e giusta servono fondi da destinare al potenzialmente del pubblico ed evitare che tutto venga esternalizzato o privatizzato. Creare dei servizi pubblici complessi ma efficienti e di grande qualità non può prescindere dalla necessità di investire meglio ed in modo diverso le finanze comunali.

La nostra prima proposta è quella di creare una commissione che possa fotografare la situazione finanziaria del Comune e suggerire le scelte più idonee per poter non rispettare quel Patto di Stabilità voluto dai banchieri delle UE e votato da tutti i governi che fino ad oggi si sono inginocchiati senza vergogna di fronte ai poteri della finanza e delle multinazionali. Questa sottomissione accettata e voluta fortemente dal Partito Democratico, impedisce ai comuni di utilizzare eventuali avanzi positivi del bilancio. L’obiettivo è molto chiaro, privatizzare ed esternalizzare i servizi, la scuola, la sanità, i trasporti, verde pubblico, cultura, oggi in mano a cooperative o società private. Tutto questo è cosa buona e giusta per la destra liberale e neoliberista alla quale appartiene anche il PD. Noi vogliamo, invece, utilizzare tutti i fondi comunali possibili per riportare ogni servizio pubblico a capo di un’amministrazione efficiente e vicina al cittadino.

Altro caposaldo del nostro programma è la rimodulazione delle aliquote IRPEF comunali. Il partito di De Pascale, il Superciuk del fumetto di Alan Ford che toglie ai poveri per dare ai ricchi, manifesta di voler imitare e superare le gesta dell’eroe del famoso fumetto. Attualmente la differenza fra chi ha e chi ha poco oppure non ha per nulla è assai minima. Si tenga presente che il reddito medio ravennate del 2019 è di 21.369 euro in chiara decrescita. Attualmente le tasse comunali  prevedono le seguenti aliquote:

– da 0-15.000  = 0.55%
– da 25.000 a 28.000 = 0.57%
– da 28.000 a 55.000 = 0.59%
– da 55.000 a 75.000 = 0.75%
– oltre i 75.000 = 0.80%Noi proponiamo questa riforma:

– da 0 a 32.000 = 0.20%
– da 32.000 a 55.000 = 1%
– da 55.000 a 75.000 = 2%
– da 75.000 a 95.000 = 3%
– da 95.000 a 115.000 = 5%
– da 115.000 a 200.000 = 10%
– oltre i 200.000 = 15%

Una proposta di riforma molto importante ed incisiva per poter far fronte alle sempre maggiore esigenze di chi è rimasto indietro a causa della proletarizzazione che si è estesa, dai lavoratori al ceto medio impoverito: piccoli commercianti ed ai piccoli artigiani. Sono queste le vittime del liberismo e dell’austerity imposta della UE e da tutti coloro che li appoggiano inclusi il PD, la Lega, Fratelli d’Italia e il Movimento 5 stelle.
Dirsi di sinistra, ma non fare nulla per cercare di ripristinare una equità fra i cittadini, dirsi di sinistra ma celebrare ed incensare solo il privato e sostenere le privatizzazioni è per noi molto ipocrita.
Parlare bene e razzolare male è un vizio italico, predicare giustizia e benessere per tutti per poi aiutare i ricchi e non il popolo più bisognoso è un atteggiamento che indigna. Se si vuole ricostruire un’ amministrazione pubblica che sia in grado di erogare tutti i servizi con serietà e competenza non si possono non modificare le aliquote delle tasse comunali.
A Ravenna chi è di sinistra vota Lorenzo Ferri, perché il comunismo è la gioventù del mondo.”