“La demolizione delle torri Hamon sta facendo un certo scalpore e, secondo molti, sarebbe giusta una loro conservazione. Sulla questione è necessario fare un po’ di chiarezza. Premesso che è doveroso ricordare che tali manufatti sono stati costruiti alla fine degli anni ’50 ed avendo meno di 70 anni la Soprintendenza non può richiederne una loro tutela. Non è corretto quindi chiedere ad un ente di esprimersi quando non è di sua competenza. L’unico ente che avrebbe potuto chiederne una salvaguardia, tramite una interlocuzione con la proprietà, sarebbe stato il Comune sulla cui sensibilità in materia nutriamo, tuttavia, qualche dubbio vedendo come “valorizza” le mura cittadine ridotte ormai a ruderi. Pensare quindi ad un suo reale interessamento alle vestigia industriali di Ravenna sarebbe utopico. Detto questo è necessario soffermarsi su un altro aspetto. Il terreno su cui le torri sono costruite è tuttora inquinato, trattandosi di una ex raffineria. Nelle intenzioni del comune i 25 ettari della raffineria sarebbero dovuti o potuti diventare un parco, poi solo relativamente di recente è stato deciso di trasformarlo in un campo fotovoltaico. Considerando tuttavia la necessità di guardare anche ai prossimi decenni, non sappiamo come cambierà la demografia della nostra città e non è escluso che quella zona, ora in periferia, possa essere compresa in un ambito urbano. Il risultato è che quando il campo fotovoltaico sarà ipoteticamente dismesso, quella zona continuerà ed essere inquinata. Quello che mi sarei aspettato dall’amministrazione comunale sarebbe stato di pretendere, indipendentemente dall’utilizzo che di quella zona verrà fatto, che la proprietà riportasse quel terreno alla sua iniziale salubrità. Purtroppo come spesso avviene ci si sofferma a guardare il dito…”