“No, caro presidente, a questo gioco al massacro noi non ci stiamo. Ci siamo permessi DI citare un presidente della Repubblica per evidenziare la delusione nell’ascoltare le parole che ha appena pronunciato alla Camera in risposta ad un question time. Parole che offendono la verità e che rischiano di massacrare un settore che, oltre A realizzare i sogni di decine di migliaia di coppie ogni anno, rappresenta un fiore all’occhiello del Paese nei mercati internazionali e un volano per altre filiere economiche.

Dalle sue parole emerge un’equazione: feste uguale contagi. Un’equazione che ci saremmo aspettati dagli scienziati del CTS, non da un uomo ben ancorato a realtà ed economia come lei. Ha dimostrazione che i nostri eventi RAPPRESENTINO dei focolai? Se sì ce le porti, altrimenti respingiamo l’accusa. Non perché non siamo consapevoli dei rischi, ma perché siamo totalmente fermi da oltre sei mesi e non ci pare che i contagi siano diminuiti in coincidenza del nostro stop forzato. Crediamo di poter affermare – per limitarci ad un esempio – che il virus preferisca gli autobus angusti e affollati alle nostre feste all’aria aperta. Perché di questo stiamo parlando: permettere che si tengano feste in spazi ampi, ben areati e sotto la supervisione di professionisti responsabili e meticolosi. E mentre il suo governo appunta sul nostro petto il simbolo della colpa ogni giorno decine di feste ‘abusive’ si tengono in ogni angolo d’Italia. Non sarebbe meglio autorizzarle e controllare che sia rispettata l’osservanza delle norme anziché implicitamente favorire gli eventi non autorizzati?

La Conferenza delle Regioni ha adottato delle linee guida a cui noi siamo pronti ad attenerci. Ed è accaduto non ieri, ma due settimane fa. Ma per salvare la stagione è necessario che il governo indichi ora la data per la ripartenza. Come ben sa il nostro lavoro necessita di organizzazione e pianificazione: far slittare le aperture a metà giugno o peggio a luglio significherà bruciare buona parte della stagione. E con essa la resilienza di tanti operatori economici fermi ormai da 14 mesi.

Lei, caro presidente, ha parlato anche dei ristori per la nostra filiera, citando con orgoglio un fondo da 200 milioni destinato ANCHE agli operatori del settore matrimoni ed eventi privati. Duecento milioni, peraltro da condividere con altre filiere, per oltre 50mila imprese fa una media di 4mila euro a impresa. Una miseria in molti casi neanche sufficiente a coprire i costi fissi. Confidiamo che con il Sostegni bis si prenda atto che ci sono imprese che stanno continuando a non lavorare, e allo stesso tempo prendere consapevolezza che farci riprendere le attività in sicurezza rappresenta un vantaggio per lo Stato, che avrà meno ristori da versare, senza che ciò aumenti il rischio di diffusione del virus.

Lo Stato ha di fatto consentito che trentamila tifosi si accalcassero in piazza Duomo a Milano per festeggiare lo scudetto; ha di fatto consentito una discoteca all’aperto a Firenze; sta di fatto consentendo feste private in barba ai divieti; permetterà l’afflusso di spettatori ad alcune manifestazioni sportive; consentirà – finalmente – la ristorazione anche al chiuso. Ma continua a vedere nelle feste la principale occasione di contagio.

No, caro presidente, non siamo gli untori. Le ultime ondate di contagi sono avvenute durante il fermo forzato delle cerimonie: questi sono i fatti.

Per il precedente governo siamo stati fantasmi, oggi non ci stiamo a passare per capri espiatori.”