Detail of camouflages of Italian soldiers

Promuovere la conoscenza e gli obiettivi della petizione a sostegno del Manifesto per il Dividendo della Pace quale contributo a favore dei necessari provvedimenti e investimenti per contrastare i cambiamenti climatici, le pandemie, la povertà e le disuguaglianze sociali.

Disco verde dell’Assemblea legislativa a una risoluzione presentata da Europa Verde che chiede di rafforzare l’impegno regionale sui temi della pace e della giustizia sociale attraverso una riduzione delle spese militari per destinare tali risparmi a politiche sociali e ambientali. “Bisogna far prevalere i valori della pace, investire le risorse nei paesi in cui ce ne è bisogno, bisogna contrastare il mercato internazionale delle armi: a livello mondiale la spesa per armi corrisponde a cifre molto più alte di quelle usate per il sostegno alle persone, per il contrasto ai cambiamenti climatici e alle diseguaglianze sociali”, spiega Europa Verde, che sottolinea come anche in Italia la spesa militare negli ultimi anni sia cresciuta troppo e sia troppo alta, ricordando come “il Manifesto per il Dividendo della Pace è stato sottoscritto da importanti Premi Nobel, scienziati e uomini di cultura. La nostra non è una posizione ideologica, ma di coerenza: vogliamo una spinta dal basso per la riduzione delle spese militari per destinare risorse alla lotta ai cambiamenti climatici, alla povertà, alle pandemie”.

Netta la posizione del Partito Democratico per il quale “lo spirito di questa richiesta è chiara e si basa sul principio di reciprocità tra gli Stati per avere una riduzione delle spese militari da destinare a temi più importanti. Il modello deve essere quello che, negli anni ’80, portò ad accordi tra Usa e Urss per ridurre oltre il 90% dei rispettivi arsenali nucleari”.

“Bisogna fare chiarezza, nessuno nega che servano risorse per combattere pandemie e povertà, ma il Parlamento italiano ha votato confermando l’adesione alle scelte di un’alleanza militare come la Nato che sta portando avanti azioni e attività ben precise, non si sta in un’alleanza militare senza spese militari”, ribatte la Lega, che boccia l’idea di una riduzione indiscriminata dei sistemi militari nazionali.

“Bisogna invertire la tendenza di questi anni e operare per diffondere una cultura non violenta e del dialogo: per questo votiamo convintamente questa risoluzione anche pensando al conflitto in Ucraina”, è la posizione di ER Coraggiosa, per la quale “spostare le risorse dalle spese militari a quelle sociali è una scelta indispensabile per la pace”.

“Votiamo contro questa risoluzione perché non concordiamo con il suo impianto e soprattutto non crediamo che l’unico modo per mantenere una situazione di stabilità internazionale sia la riduzione delle spese militari. Al contrario sono le politiche di deterrenza, anche militari, a permettere di ottenere situazioni di equilibrio fra gli stati”, spiega Fratelli d’Italia, che ricorda il ruolo dell’Italia nella Nato, mentre la Lista Bonaccini, nell’annunciare il voto favorevole, ha sottolineato come “questa è una risoluzione globale: così come non c’è pace se non c’è per tutti, così non c’è disarmo se non è disarmo di tutti”.